20 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Politica estera

Fini in Israele, vedrà Netanyahu

Il Presidente della Camera rassicura i media ebraici: «In Italia nessuno glorifica il Fascismo». Giovedì sarà nei Territori

GERUSALEMME - Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, volerà domani in Israele per una visita ufficiale di tre giorni in cui incontrerà i vertici dello Stato ebraico e quelli dell'Autorità nazionale palestinese. Sono passati sette anni dallo 'storico' primo viaggio a Gerusalemme dell'allora leader di An che, nel novembre 2003, durante la visita allo Yad Vashem, il museo dell'Olocausto, consumò lo strappo definitivo con il suo passato definendo il fascismo «male assoluto». Oggi Fini viene considerato un grande amico di Israele e, alla vigilia della sua prima visita da presidente della Camera nello Stato ebraico, la terza carica dello Stato rassicura: «Non c'è glorificazione del fascismo o di Mussolini nel dibattito politico in Italia».

Lo fa in una lunga intervista al periodico israeliano Yediot Aharonot minimizzando le recenti frasi pronunciate dal premier Silvio Berlusconi a Parigi. «Oso citarvi - aveva detto il Cavaliere svelando di essere un lettore dei diari del Duce - colui che era ritenuto un grande dittatore, Benito Mussolini. Nei suoi diari ho letto recentemente questa frase: sostengono che ho potere, non è vero. Forse ce l'hanno i gerarchi, ma non lo so. Io so solo che posso ordinare al cavallo vai a destra o vai a sinistra, e di questo posso essere contento». Il cofondatore del Pdl minimizza: «Non a caso - dice il presidente della Camera - tutto il dibattito in merito a questa citazione è durato esattamente un minuto». Nell'intervista Fini parla anche dell'assalto delle truppe israeliane alla flottiglia pacifista che stava portando aiuti a Gaza: le autorità turche, secondo la terza carica dello Stato, dovevano effettuare maggiori controlli sui passeggeri della nave. Mentre Israele va compreso: «Non c'è un altro Paese al mondo, certamente non un paese democratico, che si trova sotto pressioni di questo genere, ed in alcuni casi anche sotto assedio e, soprattutto, sotto una perenne minaccia esistenziale. Ogni volta che il Presidente iraniano invita alla distruzione di Israele, non lo si può prendere come un'altra dichiarazione qualsiasi o propaganda esagerata. La comunità internazionale non comprende a fondo l'aspetto psicologico di questa minaccia esistenziale. Israele non è isolato conseguentemente alla politica del suo Governo bensì per via del contesto internazionale che oggi è molto più complicato, con le minacce all'esistenza di Israele che non fanno che crescere».

La visita di Fini si aprirà domani con l'incontro alle 17.30 con il primo ministro Benjamin Netanyahu. Mercoledì il presidente della Camera avrà una colazione con il Ministro degli Affari Esteri Avigdor Liberman e successivamente, alle 10.15, incontrerà lo Speaker della Knesset, il Parlamento israeliano, Reuven Rivlin, e il leader dell'opposizione Tzipi Livni. Intorno alle 12 il presidente della Caera si recherà allo Yad Vashem dove deporrà una corona nel Padiglione del ricordo. Dopo una mattina di incontri con la comunità italiana e con il presidente della Repubblica, Shimon Peres, Fini si recherà nei Territori occupati, a Ramallah, dove alle 16.45 vedrà il Primo Ministro dell'Autorità Nazionale Palestinese, Salam Fayyad, e a seguire il Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen).