«Padania libera ma senza fucili»
Il leader leghista: «Con Brancher non è cambiato nulla. Il Ministro del federalismo resto io». A Pontida festa 20 anni nel fango
PONTIDA - «Ministro del federalismo resto io. Lo porteremo avanti ancora con Calderoli. Brancher deve pensare a realizzare il decentramento: non ci saranno problemi». Umberto Bossi conclude i festeggiamenti leghisti per il ventesimo appuntamento del popolo del Carroccio a Pontida in un prato fangoso ma 'caldo' che spesso si rivolge ai big del Carroccio sul paco invocando la 'secessione.
PADANIA LIBERA - «Sappiamo - dice Bossi, raffreddando l'ala più agguerrita dei suoi seguaci- che ci sono molti milioni di uomini che potrebbero battersi, ma la via pacifica - è la migliore. La lotta non finirà finché la Padania non sarà libera, so benissimo cosa vuole il Nord. Abbiamo pensato di ragionare in modo diverso e abbiamo scelto la strada pacifica, più tranquilla, la migliore rispetto a quella dei fucili. Ma non dimentichiamo che la Lega è nata per la libertà della Padania. Continueremo fino alla Padania libera ma senza i fucili».
ALLEVATORI - Bossi si è poi rivolto ai Cobas del latte presenti a Pontida: «Non posso dire il perché e il per come ma tra pochi giorni capirete. Adesso siete disperati ma io non vi ho dimenticati e la Lega risolverà i vostri problemi». Il Senatùr ha ricordato quando era sindaco di Milano il leghista Marco Formentini che invitò gli allevatori a non invadere Milano con i trattori: «Vi aveva detto di non invadere la città e la Lega ha risolto i vostri problemi. Stessa cosa ha fatto il ministro Zaia. La Lega risolverà i vostri problemi».
CASTELLI - Dal palco parla tutto lo stato maggiore della 'Lega di Governo'. Prima di Bossi, si alternano i ministri Roberto Calderoli e Roberto Maroni, la Vicepresidente del Senato Rosi Mauro, i neo Governatori di Piemonte e Veneto Roberto Cota e Luca Zaia. Ed il Viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli che scalda più di altri i tanti 'ombrelli verdi' sul prato di Pontida. «Se non arriverà il federalismo - dice l'ex Guardasigilli - ci potrà essere solo la secessione. Non perché la chiederà la Lega, ma tutto il Nord. Questo bisogna dirlo con chiarezza». Per questo, sottolinea Castelli, «oggi è proprio la Lega che tiene unito lo Stato, altro che lo disgrega».
CALDEROLI - Ha parlato della manovra anche il ministro Roberto Calderoli: «Chi dice che il federalismo è a rischio non conosce l'argomento e non ha letto la manovra perché una delle specifiche non va a influenzare il federalismo e le risorse che verranno fiscalizzate». Così ha replicato ad alcuni governatori, Formigoni in primis, secondo cui la manovra mette a rischio il federalismo. «Era necessaria: l'unica risposta alla crisi è il federalismo che è la vera cura». Calderoli ha poi affrontato la questione dell'inno d'Italia, dopo le polemiche che hanno coinvolto il presidente veneto Zaia: «Ciascuno ha il suo simbolo e la propria bandiera. Ho visto che anche nella proposta del ministro La Russa è presente la possibilità di avere il proprio inno per le Regioni. L'Inno di Mameli è l'inno d'Italia, quello della Padania è il Va, pensiero».
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