26 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Politica & Media

Bersani: azzerare il cda della RAI

La proposta del leader PD: «Evitare il baratro, una legge in Parlamento per cambiare. Serve un amministratore». Zavoli: «La maggioranza risponda in parlamento»

ROMA - Una proposta per evitare alla Rai il «baratro»: «un amministratore delegato con pieni poteri, sia pure indicato dal'azionista Tesoro, scelto dai due terzi di un nuovo cda», che avrebbe sei mesi per presentare alle Camere «un piano di riorganizzazione»; un consiglio di amministrazione espresso anche da Regione e Comuni, oltre che dalla Vigilanza». E' l'idea lanciata con una lettera al Corriere della Sera dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani, nella quale spiega che la volontà dei democratici è quella di evitare che la Rai «dipenda dalle segreterie dei partiti». In Parlamento, aggiunge Bersani, «questa piccola grande legge potrebbe passare in pochissimo tempo», aggiunge.

«Non ci stiamo, non si può più assistere al degrado della Rai. Non si può avallare una gestione irresponsabile che squalifica il servizio pubblico. Non si può tollerare il ricatto di un primo ministro che minaccia quando vede programmi che non lo elogiano», sostiene Bersani. E' arrivato il momento di cambiare, per evitare il «crollo» dell'azienda. Non è inoltra «accettabile» che «Berlusconi, principale azionista di Mediaset» resti ministro dello Sviluppo economico «insensibile al conflitto d'interessi».
«O si cambia la governance della Rai o l'azienda andrà verso il baratro della decadenza. Ci sono due emergenze plateali: una democratica e una economico-industriale. Parte non piccola della responsabilità è di questo consiglio e di questo management», conclude il segretario del Pd.

ZAVOLI: «LA MAGGIORANZA RISPONDA IN PARLAMENTO» - Il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, fa appello alla «parte più responsabile» della maggioranza perché risponda alla proposta di riforma della governance Rai lanciata sul Corriere della Sera dal leader del Pd Pier Luigi Bersani. «Caro Direttore - scrive il senatore del Pd in una lettera inviata al quotidiano di via Solferino - il sasso in piccionaia, dai e dai, è arrivato. Abbiamo finalmente ricevuto idee concrete, e credo faccia bene a tutti pensare che l'iniziativa è del segretario di un grande partito».
Per Zavoli «Bersani, strapazzando molti consulti al capezzale della Rai, ha indicato un modo per uscire dalle autentiche o fittizie preoccupazioni per la salute dell'Azienda. Una cosa pare certa: occorre liberarla dalle tutele che vari poteri, a cominciare dai partiti, hanno spesso trasformato un bene della società in una congerie di interessi pubblici e privati».
«Ora - sottolinea il parlamentare, che in passato è stato anche presidente della Rai - tocca alla maggioranza, che nella sua parte più responsabile non è affatto insensibile a questa deriva, confrontarsi con le idee altrui. E' ora di restituire alla nazione, tutti insieme, uno strumento che non era nato per agire a vantaggio di questo o quel governo; e dire a chiare lettere se due semplici parole, eque e solidali, Servizio pubblico , sono ancora al centro di una ricchezza democratica condivisa. Il luogo è il Parlamento. La volontà può cominciare da una parte o dall'altra, purché poi s'intendano. Il sasso è arrivato. E il tempo - conclude Zavoli - è questo».