26 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Concluso il vertice al Senato

Intercettazioni, resta la durata di 75 giorni

La conferma di Gasparri. Berselli: «Possibili aggiustamenti, si riflette su norma transitoria»

ROMA - Al momento, l'assunto è che «la maggioranza in Senato ha presentato le proprie proposte e - per dirla con il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri - la commissione lavorerà (martedì mattina, dalle 12, ndr) per fare gli aggiustamenti che riterrà opportuni». E' questa l'unica costante emersa dal vertice sul ddl intercettazioni che ha visto riuniti a palazzo Madama, ospiti di Gasparri, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il sottosegretario Giacomo Caliendo, il presidente della commissione Giustizia Filippo Berselli, i senatori Pietro Longo e Giuseppe Valentino e il relatore Roberto Centaro. Nel merito del provvedimento intercettazioni, inoltre, un altro dato finora certo è emerso dal vertice: la maggioranza non ha intenzione di modificare, almeno al Senato, la prevista durata massima di 75 giorni per le intercettazioni, con buona pace dei finiani.

A confermarlo è ancora Gasparri, appoggiato in questo dai colleghi di partito Caliendo e Berselli. «La maggioranza - è il ritornello ripetuto più volte dal capogruppo dinanzi alle telecamere - ha già presentato le proprie modifiche. Se poi in un partito ci sono dei motivi di dissenso o delle divergenze di opinioni, si discuta all'interno del partito, dove poi ci sono degli organi preposti a trovare una sintesi e una linea comune». Poco spazio, quindi, per le manovre parlamentari e le 'minacce', buone per la Camera, non sembrano attaccare al Senato, dove la maggioranza pare al momento marciare compatta.

Minime infatti le aperture su eventuali modifiche alla norma. Dopo che la commissione Giustizia ha approvato stamattina 9 degli 11 emendamenti alla legge, infatti, rimane da discutere soltanto sulla norma transitoria e sull'arresto in flagrante per i reati di violenza sui minori. Al momento, infatti, il ddl sulle intercettazioni prevede questa misura per il reo colto in flagrante. Secondo la maggioranza, però, la regola va smorzata, evitando il carcere per i casi meno gravi. «Esempio sia il caso - spiega il sottosegretario Caliendo - di un diciassettenne e di una tredicenne colti ad avere un rapporto... Al momento, per loro, è previsto il carcere. La norma va modificata su questo punto».

Vertice di Maggioranza - Insomma, margini di manovra, ma minimi, in attesa che il vertice di maggioranza di domani a palazzo Grazioli, alla presenza del premier, porti consiglio anche sul futuro di questo ddl. L'unico che porta avanti il 'solito' ottimismo è il presidente della commissione Giustizia. «Sono fiducioso - ha detto infatti Berselli - che ci possano essere ancora degli aggiustamenti agli emendamenti presentati. Sulla norma transitoria, ad esempio, stiamo riflettendo». Eppure, secondo Caliendo «non è detto che cambi», anche se, non ha mancato di sottolineare il sottosegretario, l'appuntamento con la commissione «è per martedì prossimo. C'è ancora una settimana, non serve arrivare a una soluzione già oggi. C'è tutto il tempo per riflettere» e per cercare, dove possibile, di ricomporre la vertenza sollevata dalla minoranza interna del Pdl.