28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
«Il Governo durerà 3 anni»

Berlusconi: le chiacchiere non mi fermano

Per il Premier Fini ormai è isolato: «Non riuscirà a rallentarmi»

ROMA - Il governo durerà per tutta la legislatura, procederà alle «grandi riforme per modernizzare il Paese», senza farsi «rallentare» dalle «discussioni di palazzo», dalle «chiacchiere della politica politicante». Silvio Berlusconi affida il suo pensiero, ottimista come al solito, ad un videomessaggio sul sito dei Promotori della Libertà, la struttura parallela che ha voluto nascesse al fianco del Pdl.

L'esordio mira subito a sgombrare il campo dalle «chiacchiere della politica politicante», che - assicura il premier - non stanno frenando il Governo: «E' il partito che si sta occupando e si deve occupare del dibattito al proprio interno, non certo il presidente del Consiglio, che continua a lavorare sulle cose concrete, pur essendo sempre disposto ad ascoltare tutti». Il dibattito sollevato da Gianfranco Fini sulla democrazia interna al partito, Berlusconi lo riduce a «controproducenti discussioni di palazzo», che però - garantisce - non bloccheranno il cammino delle riforme: «Andremo avanti, senza subire rallentamenti».

Nei tre anni che verranno, Berlusconi promette allora di procedere sulle riforme: fisco, con la semplificazione normativa che permetta «di ridurre ancora il peso delle tasse sui cittadini, non appena si consolideranno i segnali di questa ripresa economica»; giustizia, con un intervento «dalle fondamenta»; intercettazioni, per difendere la privacy di ogni «normale cittadino». E poi la lotta alla criminalità, gli interventi sulla sanità per portare tutte le regioni «allo stesso livello». Perfino l'attacco al cancro «per arrivare, se non a sconfiggerlo, a combatterlo in maniera assolutamente efficace».

Mancano solo le riforme istituzionali: neanche un accenno alla nuova forma di governo, neanche un passaggio sul premierato o sul presidenzialismo. Nè tantomeno sull'ultimo tema sollevato da Fini, ovvero la necessità di cambiare l'attuale legge elettorale. Su questi argomenti, il premier ha però parlato con i suoi fedelissimi, e le posizioni non cambiano: Se ci sono i numeri per governare, continueremo a governare; porteremo le riforme in Parlamento, cercando il massimo consenso: se saranno sostenute, si andrà avanti, altrimenti si andrà al voto, sarebbe stato il ragionamento ribadito anche oggi da Berlusconi. Quanto alla legge elettorale, gli uomini del premier raccontano di un Cavaliere niente affatto preoccupato dal nuovo fronte aperto da Fini: Ha solo risposto alla domanda di uno studente, non è un problema. Ma la posizione del premier non cambia: la legge attuale va benissimo e non va cambiata.

E d'altra parte è convinzione di Berlusconi che il Presidente della Camera sia ormai isolato, avendo ormai perso la maggior parte dei consensi anche all'interno della sua componente. Il premier non ha fatto mistero di considerare l'atteggiamento di Fini un ostacolo al processo di riforme, ribadendo però la convinzione che l'ex leader di An non riuscirà a rallentarle.