19 agosto 2025
Aggiornato 00:30
La stagione delle riforme

Dopo il voto Berlusconi torna «decisionista»

Gli opinionisti richiedono a gran voce quelle economiche. Tremonti: «Quella fiscale è la riforma delle riforme. La sfida per i prossimi tre anni»

ROMA - Un voto che «premia il governo», ergo se stesso e la sua leadership. Ieri il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha deciso di affidare a una nota il suo commento sull'esito delle Regionali. Il premier assicura che i prossimi tre anni saranno quelli buoni per fare le riforme e cerca di spazzare via fantasmi di competizione al Nord sottolineando che l'alleanza tra Pdl e Lega è «robusta». Il Cavaliere - spiegano nel suo entourage - si sente rafforzato e a questo punto vuol far tornare a pesare il suo ritrovato «decisionismo».

Ma quali riforme? Berlusconi aveva parlato di giustizia e istituzioni prima del voto. Lo stesso Gianfranco Fini, presidente della Camera, avrebbe ricordato di essere stato sempre favorevole al presidenzialismo, ma avrebbe sottolineato la necessità di dare dare al tema un approccio diverso da quello propagandistico. Il premier avrebbe anche dato mandato ai vari 'pontieri' di esplorare le possibilità di confronto con l'opposizione, purché non avanzino veti. Il leader del Pd Pierluigi Bersani da parte sua ha ribadito la disponibilità a discutere di riforme purchè servano al paese, ma il suo è un no netto al presidenzialismo.

D'altro canto ci sono riforme in senso federalista, che vuole la Lega, e le riforme economiche che già ieri chiedevano a gran voce vari editorialisti sostenendo che ora il governo «non ha più alibi». Stesse parole ha usato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti: «Dopo le elezioni regionali il Governo ha la forza politica ed il tempo necessari per fare le riforme: ora non ci sono più alibi».

Un monito era già giunto in mattinata dal Quirinale: servono «ulteriori riforme», alle quali il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, si augura venga dato «sostanziale impulso» dai rappresentanti dei rinnovati governi regionali, anche per lottare contro l'astensionismo». Per ora sul lato economico si è espresso solo Giulio Tremonti: la riforma fiscale «è la riforma delle riforme: la più grande che uno può immaginare in campo economico, è la sfida per i prossimi tre anni» ha detto il ministro dell'Economia.