La Russa: dopo il decreto il Tar non ci può dare torto
«Un timbro non poteva impedire il voto di 9 milioni di italiani»
MILANO - «Non si poteva per un timbro impedire il voto di nove milioni di italiani. Sarebbe stata una pretesa da Unione Sovietica». Il ministro della Difesa Ignazio La Russa commenta così la promulgazione del decreto «interpretativo» sulle liste pre le elezioni regionali approvato dal Cdm e firmato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In un'intervista al Corriere della Sera La Russa spiega: «Abbiamo fatto una norma interpretativa per coprire i vuoti di legge. A Roma, per esempio, se chi viene a presentare le liste trova occupata la cancelleria, che succede? La legge non lo regolamenta». La soluzione trovata, nelle parole del ministro, è «una norm a che spiega che conta soltanto l'orario di arrivo nel locale».
Dopo aver ringraziato «tantissimo» il Capo dello Stato, La Russa affronta la questione della Lombardia: «Erano solo questioni formali, di timbri». E non vede errori politici nella strategia del Pdl, «solo uno, clamoroso, di sottovalutazione: non avere previsto di consegnare le liste il giorno prima del richiesto». Nella lettura del ministro «questo decreto serve al Tar per decidere meglio. Ora è impossibile che ci dia torto».
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