18 agosto 2025
Aggiornato 13:30
Elezioni regionali

Caos liste, Pdl in piazza. E qualcuno pensa a leggina

Polverini: «Domani prova di forza». Matteoli: «Soluzione politica»

ROMA - Roberto Formigoni fuori dalla corsa delle Regionali in Lombardia, la lista del Pdl della provincia di Roma fuori nella corsa per Renata Polverini: infuria la polemica sulle decisioni delle corti d'Appello di Milano e Roma con la maggioranza che si prepara al ricorso al Tar e promette domani «una prova di forza» in piazza. Qualcuno, come il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, suggerisce una soluzione politica al caos elettorale. Ma la cosa sembra poco praticabile vista la contrarietà dell'opposizione e l'impossibilità, annunciata ieri dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, di fare un decreto.

«Io sto benissimo e qui nessuno ha intenzione di mollare», dice Polverini dal palco di Piazza Farnese dove prosegue la maratona oratoria del Pdl. «In risposta a quanti hanno scambiato una maratona oratoria per una manifestazione di popolo rispondiamo che se vogliono la prova di forza dalla piazza domani alle 17 in piazza Farnese gliela daremo. Saremo tantissimi», compreso, promettono, il premier Silvio Berlusconi. Formigoni si dice «convinto» di vincere il ricorso che presenterà domani al Tar contro l'esclusione della sua lista ma intanto chiede una verifica «su tutte le liste» in corsa per le Regionali in Lombardia.

Tuttavia, in attesa che la giustizia amministrativa faccia il suo corso e che la corte d'appello di Roma si pronunci sul ricorso presentato in seguito all'esclusione del listino della Polverini, nel governo c'è chi inizia a pensare a una soluzione politica: «E' urgente trovare una soluzione che preservi l'espressione del voto di tutti gli elettori e quindi la democrazia. Auspico che anche il centrosinistra condivida questa impostazione e che voglia concorrere ad una soluzione condivisa», dice Matteoli. Ma il centrosinistra non sembra essere disponibile. Dice il segretario del Pd, Pieluigi Bersani: «Ci sono sedi istituzionali che devono giudicare, aspettiamo serenamente che finiscano queste pratiche. Non cerchiamo avvenimenti che possano turbare la fisiologia delle elezioni ma ci sono regole uguali per tutti a cui tutti devono richiamarsi».