La Corte europea accoglie ricorso dell'Italia sul crocifisso
Il caso sarà esaminato dalla Grande Camera nei prossimi mesi. Frattini: «Vivo compiacimento»
ROMA - La Corte europea dei diritti dell'Uomo di Strasburgo ha accolto la domanda di rinvio alla Grande Camera sull'affissione del crocifisso nelle scuole. A quanto si è appreso, il caso sarà quindi esaminato dalla Grande Camera nei prossimi mesi.
FRATTINI SODDISFATTO - Il ministro degli Esteri, Franco Frattini ha espresso «vivo compiacimento»: «constato con soddisfazione che sono stati accolti i numerosi e articolati motivi di appello che l’Italia aveva presentato alla Corte». La vicenda era nata dopo che la signora Soile Lautzi e il marito s'erano rivolti alla Corte contro lo Stato italiano perché i loro due figli frequentavano aule con il Crocifisso alla scuola dell'obbligo statale «Vittorino da Feltre» di Abano Terme. Contestavano un'ingerenza dello Stato nella libertà di pensiero e di religione.
CEI: «PASSO AVANTI» - «Un passo in avanti nella direzione giusta»: così il il portavoce della Cei, mons. Domenico Pompili, commenta la decisione odierna della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo sul crocifisso nelle aule scolastiche italiane.
«L'accoglienza del ricorso presentato dal Governo italiano - afferma mons. Pompili interpellato da Apcom per un commento - è un segnale interessante che dimostra come attorno al crocifisso si sia creato un consenso ben più ampio di quello che si sarebbe immaginato. Ciò - aggiunge il portavoce della Cei - conferma l'inadeguatezza delle posizioni pregiudiziali che talvolta strumentalizzano segni e simboli religiosi che hanno a che fare inevitabilmente con le radici culturali dell'Europa e con la fede di milioni di persone che in questi simboli si riconoscono».
GELMINI: «SUCCESSO DELL'ITALIA» - Per Maristella Gelmini, ministro dell'Istruzione «è un grande successo dell'Italia nel riaffermare il rispetto delle tradizioni cristiane e l'identità culturale del Paese». Secondo il ministro quello odierno «è anche un contributo all'integrazione che non va intesa come un appiattimento e una rinuncia alla storia e alle tradizioni italiane».
ALCUNI MESI PER LA SENTENZA DEFINITIVA - Per la sentenza definitiva sul caso del crocifisso nelle aule scolastiche bisognerà attendere «diversi mesi», e la decisione odierna della Corte di ammettere il rinvio del caso alla Grande Camera «non pregiudica in alcun modo la decisione finale in un senso o nell'altro». Lo ha precisato uno dei portavoci della Corte, Stefano Piedimonte, spiegando la decisione di oggi.
«La Corte ha riconosciuto che il caso solleva una questione importante e grave per l'interpretazione della Convenzione europea sui diritti dell'uomo, come sostenuto nel suo appello dallo Stato italiano». Allo stesso tempo, ha precisato Piedimonte, questo tipo di riesame «è tutt'altro che automatico, avviene in casi eccezionali, soltanto 20 o 30 all'anno».
Ora la Corte dovrà procedere a un nuovo esame approfondito, quasi sicuramente con un'udienza della Gran Camera. Alla composizione della Gran Camera non potranno partecipare i giudici della sentenza del 3 novembre - che dette ragione alla signora Soile Lautsi Albertin, che chiedeva di togliere i crocifissi dalle aule - tranne la presidente e il giudice eletto dall'Italia.