Berlusconi lancia i «paladini della libertà»
Il Premier attacca sulle intercettazioni: «Barbarie, è solo fango ma non emergono reati»
ROMA - Non solo elezioni «nazionali» che richiedono una «scelta di campo» tra destra e sinistra. Silvio Berlusconi trasforma le prossime consultazioni regionali in una lotta tra «bene» e «male», tra «amore» e «odio». E come in ogni battaglia che si rispetti schiera il «suo» esercito: i «promotori della libertà».
Il premier si presenta al tempio di Adriano accanto a Michela Vittoria Brambilla, ministro e responsabile della divisione movimentista del Pdl. Si rimette al centro della scena per cercare di rianimare una tornata elettorale che rischia di essere travolta dall'astensionismo, ma ancor di più per dare quella scossa al partito che tanto suona come un predellino due.
E' vero, Berlusconi difende ancora una volta pubblicamente il triumvirato che gestisce il partito e assicura che le voci di contrasto interne sono «pura fantasia», che non ci sono cambi in vista né nell'immediato né nel futuro «avanzato». Eppure quella che lancia è una struttura che ambisce a essere strutturata sul territorio con tanto di coordinatori ma che soprattutto, spiega Berlusconi, farà riferimento direttamente a lui. Compito di questi promotori, che al Cavaliere piace chiamare anche paladini, sarà - dice - quello di «organizzare i gazebo e il tesseramento», di «comunicare agli altri in qualunque luogo, i grandi risultati ottenuti in questi anni di governo» e di «smascherare le bugie della sinistra e dei suoi giornali». Una sinistra che, ancora una volta, Berlusconi descrive come «pessimista», «autolesionista», «anti-italiana» e buona solo a fare chiacchiere.
INTERCETTAZIONI - Nessun attacco diretto ai giudici: il premier continua a mantenere il low profile nei confronti dei magistrati mentre le inchieste continuano a lambire gli uomini del partito e del governo. Ma ancora una volta punta il dito contro l'uso e la pubblicazione delle intercettazioni che definisce «un attacco alla libertà», una «barbarie», insomma roba da «stato di polizia». «Lo vediamo in questi giorni» è l'affondo, «tutte le cose che diciamo al telefono riservatamente con un'altra persona appaiono sui giornali e portano delle secchiate di fango» che alla fine tali rimarranno «perché - è la convinzione di Berlusconi - non ci sono reati che sono emersi con certezza».
- 10/12/2016 Berlusconi sul libro di Friedman: «Non lo leggete, è un imbroglio»
- 29/09/2016 Silvio Berlusconi: tutto ciò che la sinistra voleva essere, e tutto ciò che la destra temeva di diventare
- 01/07/2016 La longa manus di Deutsche Bank sulla caduta del governo Berlusconi
- 28/10/2014 S&P e Fitch hanno complottato contro Berlusconi