Agcom: o violiamo la legge o differenze tra Rai e private
Calabrò scrive a Zavoli: «Auspico che abbia successo con la sua mediazione»
ROMA - L'Agcom è di fronte ad una alternativa tra due strade entrambe complicate: «O adottare disposizioni conformi a quelle approvate» dalla Vigilanza Rai, che «potrebbero essere ritenute lesive» della stessa legge sulla par condicio, «esponendoci così a ricorsi presso il giudice amministrativo che desterebbero non poca preoccupazione»; oppure disciplinare in modo diverso la par condicio per le tv private, «producendo così una distonia non di poco momento».
In ogni caso l'Autorità potrà attendere al massimo «una decina di giorni» prima di adottare «gioco-forza» il regolamento di sua competenza nei confronti delle emittenti private per il secondo periodo elettorale che scatta il 28 febbraio. E' quanto sottolinea il presidente dell'Agcom Corrado Calabrò, in una lettera indirizzata oggi al presidente della Vigilanza Rai, Sergio Zavoli.
MEDIAZIONE - Nella lettera, il presidente dell'Agcom smentisce le dichiarazioni «assolutamente arbitrarie» che gli vengono attribuite su alcuni giornali, e ribadisce: «Auspico con tutto il cuore che il suo tentativo di mediazione abbia successo». Del resto, Calabrò ribadisce la sua interpretazione della par condicio che distingue informazione e comunicazione politica, distinzione peraltro ribadita anche dalla Corte Costituzionale ma messa in discussione dalle norme varate dalla Vigilanza.
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