8 maggio 2024
Aggiornato 10:00
Politic a & Giustizia

Casini: rifiuto lezioni morali dal Pd e Idv

«Il legittimo impedimento è il male minore: interesse generale davanti a quello opposizione»

ROMA - Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, si difende dalle accuse che arrivano da Idv e Pd al suo partito che sostiene il provvedimento sul legittimo impedimento. Intervenendo in Aula alla Camera nel corso dell'esame degli emendamenti, l'ex presidente della Camera ha detto: «Così come non ci intimoriscono le attenzioni del giornale di Berlusconi, non accettiamo lezioni morali degli altri colleghi dell'opposizione su questo provvedimento».

«Nel rapporto tra potere legislativo e potere giudiziario - ha ribadito Casini - è necessario rimuovere un macigno che da 15 anni è l'alibi per tutti per non affrontare una riforma vera della giustizia a partire dalle anomalie che spesso quest'Aula ha evidenziato: c'è chi fa finta di nulla, chi indulge nel giustizialismo, chi invece come noi affronta la questione».

«Noi - ha proseguito Casini - riteniamo che questa legge sia il male minore. L'Udc ha sentito oggi molte lezioni da parte dell'Idv, peccato che la vostra voce fosse flebile quando qualche giorno fa ho parlato di Mannino e dei 15 anni di calvario giudiziario che ha subito che secondo noi è un'anomalia del sistema giudiziario. Come non ci intimoriscono le attenzioni del giornale di Berlusconi, così non accettiamo lezioni morali dagli altri colleghi dell'opposizione su questo provvedimento».

Quindi Casini ha ribadito alla maggioranza la sua contrarietà ad estendere la norma sul legittimo impedimento ai ministri: «Questa legge è un ponte tibetano, se si aumenta la comitiva che passa per questo ponte si indebolisce la tenuta politica del provvedimento e la posizione del premier. Noi abbiamo avallato questa legge, spesso destinatari di strali abbiamo dimostrato che il senso dello Stato e l'interesse generale viene prima del nostro interesse particolare di forza di opposizione. La rimozione dell'ostacolo è credibile solo se si riferisce al premier. Se aumentiamo la compagnia il treno deraglia».