Minzolini al Tg1: Craxi non ha bisogno di riabilitazione
Da Tangentopoli «vulnus alterò i rapporti tra Politica e Magistratura»
ROMA - Bettino Craxi? Un «capro espiatorio» e uno «statista» che non ha bisogno di essere riabilitato. Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini ha sferrato un duro attacco alla storia dell'inchiesta su Tangentopoli, a dieci anni dalla morte del leader socialista.
Richiamandosi alla vicenda della guerra fredda, il giornalista ha sottolineato che «una democrazia costosa, permise per cinquant'anni al nostro Paese di restare nel mondo libero: da un lato i partiti che governarono la prima Repubblica con i loro pregi e difetti, dall'altro il più grande partito comunista occidentale, con i suoi rapporti con l'Urss. Con la caduta del Muro di Berlino, per il solito paradosso italiano, i vincitori, quelli che erano sempre stati dalla parte giusta, invece di ricevere una medaglia furono messi alla sbarra».
«Basti pensare - ha proseguito Minzolini - che il reato portante di Tangentopoli, cioè il finanziamento illecito ai partiti, era stato oggetto di un'amnistia soltanto due anni prima: un colpo di spugna che preservò alcuni e dannò altri. La verità è che a un problema politico fu data una soluzione giudiziaria. E l'unico che ebbe il coraggio di porre in questi termini la questione, cioè Craxi, fui spedito alla ghigliottina. Per questo Craxi non volle mai vestire i panni dell'imputato».
«E' di quegli anni il vulnus che alterò i rapporti fra politica e magistratura. Un vulnus che per quasi un ventennio ha fatto cadere governi per inchieste che spesso non hanno portato da nessuna parte e che ha lanciato nell'agone politico i magistrati che ne erano stati protagonisti, che già per questo avrebbero dovuto dimostrare di non essere di parte».