4 maggio 2024
Aggiornato 09:30
Politica. PD

Barbi: sono a disagio ma resto nel partito

ROMA - Mario Barbi, deputato «ulivista» del Partito Democratico, con una lettera aperta alla Stampa precisa di essere a disagio nel Pd ma di non pensare ad uscire dal partito.

«Caro direttore, in un articolo comparso oggi sul quotidiano La Stampa, a firma di Fabio Martini, a pagina 15, si associa il mio nome -scrive Barbi- a quello di una serie di personalità che, per motivi diversi, hanno lasciato il Partito democratico. Nel mio caso, ciò non è esatto. La prego di volere rettificare la notizia, data con rilievo anche in uno dei titoli di sommario dell'articolo. Sono nel gruppo del Pd della Camera ed ho la tessera del Partito. E' vero invece -prosegue Barbi- che, non da oggi, ho una posizione assai critica sulla linea del Pd e che resto in questo partito con crescente disagio, come peraltro ho avuto modo di scrivere in un articolo pubblicato sul Riformista in data 17 dicembre e poi in un piccolo opuscolo distribuito ai colleghi parlamentari e ad alcuni amici».

«L'articolo sul Riformista, spiega Barbi - dopo avere dedicato circa 15mila battute a spiegare come mi sembrasse che il Pd guidato da Bersani si fosse votato ad una politica a mio avviso velleitaria e nostalgica di restaurazione della «democrazia dei partiti» della non rimpianta prima Repubblica, politica che se avesse successo (e ancora non lo ha avuto) renderebbe superflua l'esistenza stessa del Pd, si concludeva con le seguenti parole: «A un Pd che lavora in questa direzione, lo ammetto, non so più che contributo dare. Al momento, non ho alternative da proporre o altri luoghi dove andare, ma dove sono non posso che stare con disagio e con un senso crescente di straniamento». E' una posizione che confermo -conclude Barbi- e che la vicenda non entusiasmante delle regionali mi induce a ribadire e ad arricchire di nuovi commenti e ulteriori riflessioni».