28 marzo 2024
Aggiornato 14:30
Politica. PdL

Farefuturo attacca Feltri: fondi suo partito

Fondazione di Fini: «Il Direttore dovrebbe smetterla di inquinare il nostro. Incomprensibile il silenzio dei moderati del centrodestra»

ROMA - Altro che uscita di Gianfranco Fini e da suoi dal Pdl per dar vita a una formazione di moderati. Dal Pdl, semmai, esca Vittorio Feltri per rifondare una forza politica di destra estrema. Lo suggerisce oggi la newsletter Ffwebmagazine, periodico online della Fondazione Farefuturo presieduta da Gianfranco Fini, in un articolo a firma del direttore Filippo Rossi.

«Sapete - si legge- cosa serve davvero alla destra italiana? Un partito di estrema destra. Di quella vera: xenofoba, populista, stracciona, sempre incazzata, con la bava alla bocca. Dura e pura. Senza tentennamenti. Con gli attributi. Maschilista, reazionaria, brutta e cattiva. Di quella che fa le manifestazioni contro gli immigrati. Di quella che raccatta i falliti della società. Di quella che urla i suoi slogan senza pensare, così per vedere l'effetto che fa. Di quella che, per dirla tutta, avrebbe fatto rabbrividire Giorgio Almirante. Un'estrema destra che si riempie la bocca di parole come nazione, popolo, patria e che le tradisce nella sostanza».

E questa nuova estrema destra, «che odia gli intellettuali, tutti, da qualsiasi parte stanno, perché è una destra semplice, dozzinale, sciatta, strumentalmente ignorante», potrebbe già avere un leader: «un giornalista - scrive Rossi - che si diverte a sbaraccare il tavolo da gioco della politica. Si chiama Vittorio Feltri. Capo fazione perfetto».

«Quel che non si capisce, però, onestamente - conclude Ffwebmagazine - è come sia possibile che leader politici di lungo corso e di tradizione consolidata come, giusto per fare qualche nome, Giulio Tremonti, Claudio Scajola, Franco Frattini, accettino ancora tutto questo. Accettino senza fiatare che un caudillo detti la linea di un grande partito europeo. Accettino di mandare al macero una possibilità, un'opportunità storica: quella di costruire, finalmente, anche in Italia, una destra sana, colta, moderata. Come loro. Una destra capace di parlare al paese, a tutto il paese. E non solo a una rumorosa minoranza di incazzati».