24 aprile 2024
Aggiornato 05:30
La riforma della scuola

Scuola, dalle materie sparisce la dicitura «educazione»

D'ora in poi in palestra per fare «Scienze motorie e sportive»

ROMA - La riforma della scuola passa anche per la semplificazione dei nomi che caratterizzano le materie: in attesa che le commissioni parlamentari si esprimano sui regolamenti di revisione delle superiori (licei, tecnici e professionali), le nuove diciture sono state già introdotte alle medie. Dove già dall'anno in corso diverse materie hanno perso lo storico termine 'educazione' a favore di terminologie più moderne.

La trasformazione imposta dal Miur è emersa in questi giorni, a seguito della pubblicazione del decreto n. 37/2009, riguardante tutto il personale docente, anche non di ruolo, che muta le classi di concorso in classi di abilitazione «tenendo conto - spiega lo stesso d.m. - dei nuovi piani di studio». Ecco che allora la storica «Educazione artistica», diventa «Arte e immagine»; mentre l'«Educazione fisica nella scuola media» d'ora in poi si chiamerà «Scienze motorie e sportive».

Sparisce anche l'«Educazione tecnica nella scuola media», da decenni riservata a docenti non laureati, che d'ora in poi si trasforma in «Tecnologia» e che potrà essere insegnata, salvo quelli già assunti, da candidati che hanno portato a termine un corso di studi universitario attinente. Si riduce ad una sola parola, «Musica», anche la storica 'Educazione musicale nella scuola media'.

Meno elaborato pure il titolo di «Scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali nella scuola media», che diventa «Matematica e scienze nella scuola secondaria di I grado»; come della materia «Italiano, storia ed educazione civica, geografia nella scuola media», mutata in «Italiano, storia e geografia nella scuola secondaria di I grado».

In controtendenza solo la «Lingua straniera», che acquisisce una dicitura più complessa («Lingua inglese e seconda lingua straniera»): una scelta per adeguare il nome della materia alla possibilità, introdotta negli ultimi anni, di affiancare all'insegnamento dell'inglese una seconda lingua non nazionale (francese, spagnolo o tedesco).