28 agosto 2025
Aggiornato 09:30
Politica & Riforme

De Magistris: il mio esilio di Berlusconi? Una provocazione

«Io sono convinto che Berlusconi vada sconfitto politicamente. Volevo anche smitizzare il Lodo»

ROMA - «Sarà che da un po' frequento l'Europa, ma questo Paese sta perdendo l'umorismo. Il mio era un pezzo scritto su un blog e va letto per quello che è». Così Luigi de Magistris, eurodeputato dell'Idv, è intervenuto a 24 Mattino su Radio 24 per commentare il suo Lodo lanciato qualche giorno fa («Berlusconi vada in esilio in cambio dell'impunità giudiziaria»).

«Io sono convinto che Berlusconi vada sconfitto politicamente - ha aggiunto de Magistris -. Volevo anche smitizzare il Lodo, è una provocazione di questo tipo». Poi però l'ex magistrato ha attaccato duramente il premier: «Se vogliamo pensare che l'Italia è caduta nel basso impero e quindi c'è un sultano che sta stravolgendo la democrazia, allora l'esilio potrebbe essere una conseguenza, ma si può anche intendere come una scelta addirittura vantaggiosa per Berlusconi. Perché rispetto agli altri cittadini che si fanno fare i processi, lui fa leggi per non subire conseguenze giuridiche. Io ho molto rispetto di chi ha votato Berlusconi - ha aggiunto de Magistris -. Però chiediamoci questo consenso come è stato formato. Io sfido un Paese ad avere un'informazione libera, pluralista e indipendente e non controllata come è in parte da Berlusconi e poi vediamo se Berlusconi ha o meno lo stesso consenso. Se non controllasse la Mondadori attraverso processi corruttivi, se non avesse acquisito il controllo delle licenze televisive attraverso il rapporto corruttivo con Craxi, chissà se arrivava ad avere lo stesso consenso. Io ho dei dubbi».

De Magistris ha anche criticato il Capo dello Stato: «Ho un grande rispetto per la presidenza della Repubblica e questo rispetto mi spinge ad essere critico di Napolitano perché lo vorrei più custode della Costituzione. Per esempio il Lodo Alfano non andava promulgato. Così lo scudo fiscale, che viola i regolamentari comunitari. Il fatto che il presidente non promulghi e rimandi alle Camere la legge ha un significato politico. Questo Napolitano non lo ha fatto, è grave che non lo abbia fatto nel Lodo Alfano e questa critica non significa non avere rispetto. E' uno stimolo a essere più custode della Costituzione e della democrazia del nostro Paese». Infine una battuta sul suo rapporto con Di Pietro: «Il Corriere della Sera da un po' di tempo crea un caso tra me e Di Pietro, sono i poteri forti che temono un rapporto molto stretto tra noi. Non c'è alcuna competizione, non c'è mai stata così profonda sintonia tra me e Di Pietro».