29 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Italiani rapiti in Mauritania

Frattini: la rivendicazione di Al Qaeda «è verosimile»

«Stiamo verificando: è una zona molto pericolosa. Se fosse vero sarebbe una ragione in più per mantenere il silenzio»

ROMA - La rivendicazione fatta oggi da «Al Quaida nel Maghreb Islamico» del rapimento dell'italiano Sergio Cicala e della moglie Philomene Kabore «è verosimile». Lo ha affermato oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini.
«Evidentemente stiamo verificando la rivendicazione, dobbiamo fare una verifica molto approfondita con la nostra intelligence e quella degli altri paesi coinvolti, ma è una rivendicazione verosimile», ha detto Frattini. «Se fosse vero - ha ribadito il ministro - sarebbe una ragione in più per mantenere il silenzio».

«CONTATTI APERTI» - Quelli che hanno rivendicato il rapimento di Cicala e della moglie, ha insistito Frattini, «sono gruppi organizzati ben addestrati» e quindi «ogni notizia può essere molto pericolosa per l'incolumità dei nostri ostaggi». La zona in cui presumibilmente i due sono stati rapiti, nel sudest della Mauritania in prossimità del confine con il Mali, è una delle più pericolose dell'Africa. Frattini ha precisato di aver ribadito alla figlia di Cicala che «tutti i contatti sono aperti, sia in Mauritania che in Mali».