L'Economist chiede le dimissioni di Berlusconi: è l'ora di dire addio
Il giornale inglese torna sul conflitto d'interessi: così affonda l'Italia
LONDRA - «E' ora di dire addio» (Time to say addio): questo il titolo con cui l'Economist chiede le dimissioni di Silvio Berlusconi, in un editoriale sul numero che sarà in edicola domani che contiene anche, fra le pagine dedicate all'Europa, un lungo articolo sui «guai» giudiziari e l'isolamento politico del presidente del Consiglio (intitolato «sotto attacco da tutti i fronti«).
«La ripresa di vari processi che coinvolgono lui o i suoi collaboratori, oltre a una serie di altre questioni economiche e legali, stanno distraendo Berlusconi e il suo governo dalle loro altre responsabilità - scrive il settimanale finanziario londinese - Il danno è visibile». «Sotto Berlusconi, l'Italia continua a spingere il suo peso sempre più basso nell'Unione Europea e nel mondo» secondo l'Economist, che rivendica sull'argomento una marcata coerenza editoriale.
«La nostra visione di Berlusconi è stata costante - si legge nell'articolo - abbiamo criticato il suo debutto in politica nel 1993-1994. Nel 2001 abbiamo detto che era inadatto («unfit«) a governare l'Italia. Nel 2006 abbiamo consigliato agli elettori italiani di dire 'Basta!' al suo governo. Li abbiamo invitati a sostenere il suo avversario di centrosinistra nel marzo 2008. E nonostante ciò abbiamo mantenuto un atteggiamento di cautela nell'unirci ai commenti diffusi e pruriginosi su un sinistro assortimento di scandali a sfondo sessuale che quest'anno hanno travolto il premier 73enne».
«Preferiamo giudicarlo su due questioni che hanno più sostanza - spiega l'Economist - il conflitto di interessi fra le sue attività imprenditoriali e il suo ruolo politico, e la condotta del suo governo».
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