2 maggio 2024
Aggiornato 18:30
Lega: «Un tetto alla cassa integrazione per i lavoratori extracomunitari»

Sacconi stoppa la Lega: la cassa integrazione è diritto di tutti i lavoratori

Emendamento del Carroccio alla Finanziaria: massimo sei mesi. Fugatti: «Bisogna pensare prima agli italiani»

ROMA - Pronto stop del ministro Maurizio Sacconi alla proposta leghista di porre un tetto alla cassa integrazione per i lavoratori extracomunitari. Gli ammortizzatori sociali, ha detto Sacconi, sono un diritto soggettivo dei lavoratori anche se hanno come premessa la validità del permesso di soggiorno.
L'intervento del ministro Sacconi fa seguito all'emendamento alla Finanziaria presentato dalla Lega Nord con cui si fissa una durata massima agli strumenti di sostegno al reddito per i lavoratori di cittadinanza non italiana e non comunitaria.

SEI MESI - «Se non c'è lavoro per gli italiani non c'è per nessuno - spiega Fugatti. - Le risorse sono quelle che sono e prima dobbiamo pensare agli italiani». «Noi - aggiunge - diamo la cassa integrazione anche ai cittadini extracomunitari ma solo per sei mesi». «Se la crisi dovesse andare avanti - prosegue - si creerà una contrapposizione tra disoccupati italiani e disoccupati extracomunitari e questo vuol dire che sulle strade, e in parte questo già accade in Padania, ci troveremo sia disoccupati italiani sia disoccupati extracomunitari. Quindi noi dobbiamo tutelare di più gli italiani». «Se il lavoro non c'è - conclude - rimane qui chi il lavoro lo ha o chi ha la Cig. In alternativa torna a casa. I sondaggi ci dicono che ci sono tanti extracomunitari che hanno deciso di tornare. Noi non li licenziamo, ma se sono senza lavoro la Bossi-Fini dice questo».

SACCONI - Sacconi è intervenuto con chiarezza: «Si rammenta che gli ammortizzatori sociali ordinari corrispondono a diritti soggettivi dei lavoratori, sono sostenuti da contribuzioni dei lavoratori e degli imprenditori. Sono, nel caso della cassa integrazione e dei contratti di solidarietà, correlati alla continuità del rapporto di lavoro che costituisce il presupposto della conservazione del permesso di soggiorno».

LA RUSSA - Altrettanto fermo il commento del coordinatore del Pdl Ignazio La Russa: «Trovo irragionevoli le discriminazioni nei confronti di chi rispetta le leggi, paga le tasse e lavora regolarmente. Sono per la tolleranza zero nei confronti degli immigrati clandestini e di chi viola le leggi, ma immaginare di trattare peggio un lavoratore regolare solo perché extracomunitario, rispetto al suo compagno di officina, è non solo un'ingiustizia inaccettabile, ma anche una decisione autolesionistica». Anche secondo il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, quella della Lega è una proposta «inaccettabile».

IL PD - Immediata la reazione del Pd. «La proposta della Lega di fissare un tetto massimo di sei mesi di Cassa Integrazione nel 2010 per i lavoratori residenti non cittadini italiani è semplicemente una follia» dichiara il capogruppo del Pd nella commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, che aggiunge: «In questo modo non solo si colpiscono i lavoratori oggettivamente più deboli ma si crea una condizione di rottura del rapporto di lavoro che spingerà inevitabilmente queste persone nel vicolo cieco della clandestinità e del lavoro nero». Politiche di questo genere, secondo Damiano, «sono profondamente discriminatorie e non aiutano le stesse imprese ed i lavoratori del Nord, che si finge demagogicamente di volere tutelare, a risolvere i gravi problemi che derivano dalla crisi».

CGIL - Netto anche il giudizio della Cgil: «Una iniziativa xenofoba e una vera e propria sciocchezza giuridica» afferma il segretario confederale, Fulvio Fammoni. «Questi lavoratori e i loro datori di lavoro - afferma - pagano come per tutti gli altri i contributi per accedere agli ammortizzatori sociali. Quindi si tratta di un emendamento improponibile a meno che la Lega non pensi che, come succede per la previdenza, i lavoratori stranieri devono solo versare e difficilmente ricevere il corrispettivo di quanto versato. È una esplicita istigazione al lavoro nero», conclude Fammoni.