4 maggio 2024
Aggiornato 23:00
«Non c'erano ragioni per farlo vicepremier»

Piace a Fini la soluzione Tremonti

Il Presidente della Camera «utile organismo collegiale, vantaggioso soprattutto per Berlusconi»

ROMA - Gianfranco Fini, intervistato da Bruno Vespa per il suo libro Donne di cuori manifesta la sua soddisfazione per come si è chiusa la recente polemica apertasi intorno al ruolo di Giulio Tremonti.

«Il problema - dice il presidente della Camera - nasceva dalla contestazione di alcuni ministri ai tagli indifferenziati imposti dal ministero dell'Economia. In certi dicasteri si soffriva, ma si sopravviveva, in altri i tagli impedivano di avviare qualunque politica di sviluppo. Nessuno discuteva la primazia del ministro dell'Economia, ma si era creato un corto circuito su questo punto».

IL PDL NON E' UN ORGANIGRAMMA - «Ho detto a Berlusconi - riferisce Fini - che non c'era nessuna ragione perché Tremonti diventasse vice presidente del Consiglio. La soluzione trovata mi pare del tutto soddisfacente: un organismo collegiale presieduto da Tremonti verificherà come coniugare rigore e sviluppo. E' quanto mi era capitato di auspicare in modo anche brutale: il Pdl non poteva essere un organigramma. La mia richiesta di trovare organismi di discussione sembrava provocatoria e velleitaria. Oggi l'investitura data da Berlusconi ai tre coordinatori dimostra che il partito è il luogo in cui si prendono le decisioni. Il primo a trarne vantaggio sarà proprio il presidente del Consiglio».