Berlusconi e Tremonti siglano l'armistizio di Arcore
L'incontro preceduto da una lunga opera di mediazione dei vertici del Pdl. Per Ministro comitato economico ad hoc. Forse in Finanziaria misure sviluppo
ARCORE - Alla fine la «fitta» nebbia che ben prima di San Pietroburgo si era addensata su Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti sembra essersi sciolta in un'ora di faccia a faccia nella villa di Arcore. Ieri sera il ministro dell'Economia ci è andato da solo, e non «scortato» dai vertici leghisti come era accaduto sabato.
LUNGA MEDIAZIONE - Preceduto da una lunga opera di mediazione dei vertici del Pdl (che tra l'altro non hanno gradito che passasse l'idea che la «tessitura» fosse di Bossi). Insomma, c'era già una «soluzione» che il presidente del Consiglio era pronto ad offrire e il ministro dell'Economia pronto ad accettare. Soluzione che Berlusconi aveva discusso anche in una telefonata con il presidente della Camera, Gianfranco Fini.
COMITATO PER LA POLITICA ECONOMICA - Punto primo, bisognava mettere da parte definitivamente l'ipotesi di una promozione a vice premier di cui Berlusconi proprio non voleva sentire parlare. A quel punto si è cercata una strada all'interno del Pdl. Ed eccola lì, per la verità ancora tutta da inventare: l'ipotesi di creare un Comitato per la politica economica da affidare proprio al titolare di via XX settembre. Un organismo ad hoc, non previsto dallo Statuto del partito.
RIGORE E SVILUPPO GIÀ IN FINANZIARIA - Tremonti, inoltre, incasserà un documento di fiducia che sarà sottoposto all'Ufficio di presidenza del Pdl già convocato per il 5 novembre. Allo stesso tempo il ministro si dovrà fare garante della linea indicata ieri dai tre coordinatori dopo l'incontro con Berlusconi, che prevede di coniugare le esigenze del rigore con quelle dello sviluppo. Tant'è che il ministro si accingerebbe a presentare, forse già in Finanziaria, misure che vanno nella direzione voluta dal premier. Alla fine lo stesso Tremonti fa trapelare «soddisfazione» per la «rinnovata fiducia» ricevuta e il portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti, assicura che «è stato chiarito ogni equivoco».
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