12 ottobre 2025
Aggiornato 10:00
Al via i lavori del consiglio permanente della CEI

L'agenda politica del Cardinale Bagnasco

Biotestamento: necessaria nuova norma «salva-Eluana», Sobrietà e misura per chi assume cariche politiche, esigenza sicurezza non sacrifichi diritti immigrati

ROMA - Il cardinale Angelo Bagnasco apre il consiglio permanente della Cei con un appello contro le «contrapposizioni radicali» e «i risentimenti» che attraversano l'Italia. Ricordando l'urgenza e la necessità per tutti di «guadagnare in serenità. Questo oggi il Paese domanda con più insistenza».

Biotestamento: necessaria nuova norma «salva-Eluana» - I vescovi attendono «una legge che possa scongiurare nel nostro Paese altre situazioni tragiche come quella di Eluana» e auspicano, per bocca del loro presidente, che «un provvedimento, il migliore possibile, possa essere quanto prima varato a protezione e garanzia di una categoria di soggetti tra i più deboli della nostra società».

Aprendo i lavori il cardinale Angelo Bagnasco ha affrontato il tema del 'fine vita' affermando: «Attendiamo una legge che possa scongiurare nel nostro Paese altre situazioni tragiche come quella di Eluana. Nel rispetto delle prerogative del Parlamento - ha proseguito il presidente della Cei - ci limitiamo ad auspicare che un provvedimento, il migliore possibile, possa essere quanto prima varato a protezione e garanzia di una categoria di soggetti tra i più deboli della nostra società, senza lasciarsi fuorviare da pronunciamenti discutibili. In questo senso - ha detto - il lavoro già compiuto al Senato è prezioso, perché dice la volontà di assicurare l'indispensabile nutrimento vitale a chiunque, quale che sia la condizione di consapevolezza soggettiva».

«Sobrietà e misura per chi assume cariche politiche» - Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, chiede con forza che «chiunque accetta di assumere un mandato politico sia consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell'onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda». L'invito è contenuto nella lunga e corposa prolusione del numero uno dei vescovi che oggi pomeriggio, a Roma, ha aperto il Consiglio permanente della Cei.

Il richiamo - senza riferimenti specifici - arriva al primo summit dei vescovi successivo alle dimissioni di Boffo dopo gli attacchi del Giornale. L'ex direttore di Avvenire era intervenuto contro il premier denunciando una «tracotante messa in mora di uno stile sobrio».

«Basta clima di tensione politica, fa male alla società» - Superare il «clima di tensione diffusa e di contrapposizione permanente che fa solo male alla società» perchè «è urgente e necessario per tutti e per ciascuno guadagnare in serenità».

«Questa stessa Italia, nostra Patria - dice il porporato - chiede a tutti e a ciascuno un supplemento di amore, un amore fiducioso anche nel coinvolgimento degli altri, un amore capace, di inglobare pure le ragioni diverse dalle proprie, rinunciando innanzitutto alla polemica pur di raggiungere un consenso sulla verità più generale. In quest'ottica, non vi è dubbio che compito essenziale della politica è la giustizia, e quindi la promozione del bene comune».

Ai cattolici: «Politica è missione irrinunciabile» - La Chiesa incoraggia i giovani e «l'intero laicato» a seguire la strada «della politica vera e propria, nelle sue diverse articolazioni, quale campo di missione irrinunciabile e specifico». «La Chiesa non cessa di raccomandare - afferma - ai giovani e all'intero laicato la strada non solo del volontariato sociale, ma anche della politica vera e propria, nelle sue diverse articolazioni, quale campo di missione irrinunciabile e specifico».

Riprendendo il discorso pronunciato dal Papa a Viterbo - che invitava a una partecipazione attiva dei laici in ogni campo della vita sociale del Paese, e dunque anche nella politica, sempre portando il Vangelo - il cardinale Bagnasco sottolinea come «il criterio fondamentale per una onesta valutazione dell'agire politico» sia rappresentato dalla «capacità di individuare le obiettive esigenze delle persone e delle comunità, di analizzarle e di corrispondervi con la gradualità e nei tempi compatibili. È in altre parole - dice il porporato - il criterio della reale efficacia di ogni azione politica rispetto ai problemi concreti del Paese».

«Esigenza sicurezza non sacrifichi diritti immigrati» - Il «rispetto della legalità e della sicurezza dei cittadini» non può essere «disgiunto» dalla «garanzia dei diritti umani»: lo ha sottolineato il cardinale Angelo Bagnasco che, dopo aver ricordato le «riserve» cattoliche sul pacchetto sicurezza, indica - affrontando la questione immigratoria - la regolarizzazione delle colf e delle badanti come riprova dell'esigenza di «dispositivi meglio calibrati».

«A più riprese - ha detto Bagnasco ai vescovi del 'parlamentino' Cei - l'Italia ha cercato negli ultimi lustri delle risposte alle questioni provenienti dai flussi migratori, e ultimamente ciò è accaduto con il varo delle disposizioni in materia di sicurezza pubblica, sulle quali in verità non sono mancate da parte cattolica riserve variamente espresse».

Per il presidente della Conferenza episcopale italiana «bisogna osservare che vi è la necessità di soluzioni in grado di contemperare esigenze diverse ma, a guardare bene, non antitetiche. Il rispetto della legalità e della sicurezza dei cittadini - ha detto Bagnasco - non può essere disgiunto dalla garanzia dei diritti umani riconosciuti nell'ordinamento nazionale e internazionale, né può portare a trascurare stati di necessità e doveri da sempre radicati nel cuore della nostra gente.

L'esclusione dal circuito della legalità può dar luogo infatti a non previste situazioni di ulteriore auto-emarginazione delle persone, indotte per la paura a nascondersi e a ritirarsi definitivamente dalla fruizione di servizi essenziali che le strutture pubbliche fino a ieri garantivano a tutti. In altre parole - ha detto Bagnasco - i problemi che si tenta di risolvere per una certa via fatalmente ritornano, riproponendo l'esigenza di dispositivi meglio calibrati, come opportunamente è stato fatto per le badanti».