6 maggio 2024
Aggiornato 00:31
Rea di aver cercato di fare «un colpo di stato»

Brunetta: sinistra per male «a morì ammazzata»

E Di Pietro avverte: «attenzione, o c'è rischio che torni violenza»

CORTINA - Il ministro dell'Innovazione e della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, dalle montagne di Cortina manda letteralmente a «morire ammazzata certa sinistra per male» rea di aver cercato di fare «un colpo di stato» e Antonio Di Pietro, non annoverato esplicitamente da Brunetta nel novero degli esponenti del partito del per male, replica secco dal mare di Vasto che i 'politici per male' non sono a sinistra ma sono piuttosto riconducibili al centrodestra e quindi è il caso di «farli smettere, prima che qualcuno si arrabbi davvero e riporti la violenza nel nostro paese».

Lo bagarre fra i due comincia al mattino. A dare la stura un intervento fiume di Brunetta a un convegno del Pdl del Veneto, durante il quale ha chiamato in causa «un'elite, o una sedicente elite, irresponsabile», che poi è quella «quelle della rendita parassitaria, della rendita burocratica, della rendita finanziaria, della rendita editoriale, senza alcuna legittimazione democratica e popolare. Questa sedicente elite - ha aggiunto Brunetta - che ha la puzza sotto il naso, che ci spiega sempre come va il mondo, ha pensato solo a come far cadere il governo. Sarò rozzo, sarò semplificatore, ma questa è la realtà».

Brunetta ha poi fatto appello ai «compagni per bene», proponendo loro «una lotta di liberazione. Liberatevi - ha detto - da questo abbraccio mortale di questa cattiva finanza. Rifate la vostra battaglia di libertà se ne siete capaci, la vostra battaglia valoriale, abbandonate al suo destino, schifoso, questa elite di m... e ritornate alla politica, al confronto, senza farvi fare la politica dai giornali. Lo dico - ha concluso - alla sinistra sindacale, politica, culturale, a quella per bene. A quella per male dico di andare a morire ammazzata».

Abbastanza per far montare la polemica, anche il giorno dopo la strage di Kabul. Prima a replicare è stata la capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro: «Brunetta - ha detto - evidentemente dimentica di essere un ministro della Repubblica. I suoi insulti sguaiati rivolti all`opposizione, accusata di non fare quello che vuole lui, l`uso a vanvera di parole come colpo di Stato sono assolutamente non degni di un rappresentante istituzionale». Secondo Antonello Soro, presidente dei deputati del Pd, «le parole farneticanti del ministro Brunetta appartengono a un periodo della vita politica italiana superato e sconfitto». «Il suo delirio e il suo fanatismo - ha detto Soro - testimoniano il fallimento di un governo che ha esaurito anche gli annunci propagandistici».

Terminate le repliche del Pd, è toccato ai dipietristi, riuniti a Vasto per l'annuale festa del partito. Il capogruppo alla Camera Massimo Donadi ha infatti liquidato le frasi di Brunetta con la battuta «una risata vi seppellirà», ma il Di Pietro è andato giù molto più pesante. «Una classe politica 'per male' esiste davvero, è quella composta dai 20 condannati eletti, da quelli che si fanno le leggi per non farsi processare e da chi entra in politica per evitare la giustizia, e va fermata prima che qualcuno si arrabbi e cominci a far tornare la violenza nel Paese».

Secche le repliche anche da parte del segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero («Le dichiarazioni del ministro Brunetta contro la sinistra sono quelle degne del linguaggio, dei toni e dei modi di un fascista, purtroppo perfettamente in linea con un governo para-fascista, xenofobo e razzista 'degno' di annoverare uno come Brunetta nella propria compagine«) e del collega del Pdci Oliviero Diliberto («Del colpo di Stato di cui parla Brunetta si vedono le avvisaglie. La più evidente è proprio il linguaggio con cui Brunetta tratta le forze politiche di opposizione. E' per questo che invito tutti i democratici a vigilare«).

In serata, tentativo di ricucitura da parte del ministro: prima di tutto, ha detto, la sinistra «per bene c'è, ci mancherebbe altro. Ci sono moltissimi amministratori che mi piacciono, prima di tutti Chiamparino, è molto bravo» e poi ha spiegato che il passaggio del discorso di stamattina sulla «sinistra per male» che deve «andare a morire ammazzata», è stato fatto con parole che non vanno prese in senso letterale, ma che sono «un modo di dire romanesco». Salvo poi tornare ancora sull'argomento: «riguardo ai toni usati stamane - ha detto Brunetta - io parlo anche il linguaggio del popolo e non sono un ipocrita. Sono in linea con i toni che ha usato Repubblica negli ultimi quattro mesi, compreso quello del suo fondatore».