20 aprile 2024
Aggiornato 16:00
«Quando ci sono dei problemi bisogna agire per risolverli»

Matteoli: «Fini non ha bisogno 50 firme per contare nel PDL»

«Colonnelli non l'hanno tradito, su profilo Pdl sto con lui»

ROMA - «Contrario» alla lettera firmata dagli ex An all'indirizzo del premier sui rapporti con Gianfranco Fini perché «nel merito era pleonastica» e perché «quando ci sono dei problemi bisogna agire per risolverli, non fare dichiarazioni per apparire sui giornali». Lo afferma, in un'intervista al Corriere della Sera, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli.

«Chi non è d'accordo - domanda - nel chiedere che un partito discuta e che i co-fondatori si incontrino e decidano assieme? Il mio timore piuttosto è che quella missiva possa ritardare il chiarimento tra Berlusconi e Fini».

«Condivido la sua idea di partito» - Secondo Matteoli, il presidente della Camera «non ha bisogno di 50 firme per dimostrare quanto conta». «Contesto - aggiunge - la rappresentazione di un Fini abbandonato dal suo partito. Essere in disaccordo su certe posizioni, come sul testamento biologico e sull'immigrazione, che peraltro non appartengono alla cultura tradizionale della destra, non significa che la sua idea di partito non sia condivisa».

Il ministro nega che ci sia stato un tradimento dei colonnelli. E se Fini lo ha pensato, «ha sbagliato profondamente. Almeno per quanto mi riguarda, non può pensarlo». Quanto alla gestione del Pdl, sottolinea: «Io, come Fini, penso che il governo stia facendo moltissimo, ma che il successo non può durare senza un grande, democratico e organizzato partito alle spalle. Per questo penso serva una sintesi tra i partito ottocentesco che non sta al passo della società civile, e quello leggerissimo che non le risposte che servono a una società complessa in cui la politica sta lasciando vuoti che altri, poteri forti, giornali, riempiono uscendo dal rispettivo ruolo».