28 agosto 2025
Aggiornato 01:30
Politica. PDL

Farefuturo: «Fini non fa guerra logoramento ma battaglia idee»

Campi: «Non abbandonerà Berlusconi, vuole stabilizzare berlusconismo»

ROMA - «Gianfranco Fini non abbandonerà Silvio Berlusconi: non gli farà lo sgambetto fondando un suo nuovo partito. Sta invece conducendo una battaglia diversa da quella che gli viene quotidianamente imputata: non una guerra di logoramento e d`usura ai danni del Cavaliere ma una battaglia di idee». È quanto scrive Alessandro Campi, direttore scientifico di Farefuturo, su Ffwebmagazine.

«Una battaglia di idee - spiega Campi - finalizzata a due obiettivi di massima: da un lato, la creazione di un blocco sociale, politico e culturale che possa stabilizzare il berlusconismo, dandogli un futuro, e rendere permanenti le trasformazioni che hanno investito il sistema politico nell`ultimo quindicennio, a partire dal bipolarismo».

«Dall`altro - prosegue - la definizione di un orizzonte ideale, di un sistema di valori, di uno stile politico, diversi da quelli che caratterizzano attualmente il centrodestra, meno orientati al populismo e alla demagogia antipolitica, maggiormente aderenti al modo d`essere e di ragionare dei partiti e delle forze che si riconoscono nella famiglia del popolarismo europeo».

«Fini sa bene - spiega Campi - che le sue attuali posizioni rischiano di essere utilizzate in modo strumentale da chi sembra avere in testa un solo obiettivo: liquidare Berlusconi a qualunque costo e a qualunque mezzo. Ma la fine traumatica di Berlusconi significherebbe la morte prematura del disegno strategico perseguito da Fini, disegno che non ha nulla a che vedere con le pazze geometrie politiche che vanno attualmente di moda sui giornali e nei corridoi del potere».

In questa fase Fini - scrive Campi - sta incassando molti applausi a sinistra, una sinistra mai tanto confusa e priva di bussola, ma le sue parole hanno tutt`altro destinatario, appunto un centrodestra che invece di chiudersi a riccio dovrebbe puntare ad allargare i suoi attuali confini, e soprattutto obiettivi diversi da quelli sospettati e temuti. E questo esclude, se la politica mantiene ancora un minimo di razionalità, che egli possa prestarsi a manovre ed espedienti che peraltro - conclude - rischiano di non portare a nulla e di aumentare l`attuale confusione, con danno gravissimo per la democrazia e l`intero Paese».