28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Smentita l'esistenza di tombe fenicie

Ghedini: «A villa Certosa solo ossa di età romana»

«Tutto controllato da Carabinieri e Soprintendenza»

ROMA - Niccolò Ghedini smentisce nuovamente l'esistenza di tombe fenicie a villa Certosa. «Il gruppo Repubblica-L`Espresso - dice in una nota il legale di Silvio Berlusconi, deputato del Pdl - non vuole accettare l`evidenza e per difendere le proprie registrazioni, comunque illecite e della cui origine continua a tacere, non consentendo così alcuna verifica, ricorda, parzialmente, un articolo apparso sull`Unione Sarda nel 2005 in cui si narrava del ritrovamento nell`area di Villa Certosa di alcuni reperti archeologici».

FATTI DEL 2005 - «Tale notizia, quella sì, è assolutamente vera, ma non c`entra nulla con trenta tombe fenicie. Nel febbraio del 2005 - racconta - alcuni operai, durante lavori di pulizia del sottobosco di un terreno appena acquisito dalla proprietà di Villa Certosa, trovarono alcuni frammenti di ossa umane. La proprietà mi avvisò telefonicamente e immediatamente richiesi l`intervento della locale stazione dei Carabinieri temendo trattarsi di ossa umane che avrebbero potuto anche essere collegate a un evento criminoso».

REPERTI DI ETÀ ROMANA - «I Carabinieri - prosegue Ghedini nella sua ricostruzione - si recarono subito sul posto e accertarono trattarsi di ossa antiche frammiste a pezzi di ceramica. Fu immediatamente avvisata la soprintendenza per i beni archeologici di Sassari che effettuò un sopralluogo. Dal verbale, che allora fu sottoposto a segreto essendo l`intera area secretata, a firma della dottoressa Angela Antona, si legge testualmente: 'Il rinvenimento consiste in alcuni frammenti di ossa umane (una mandibola, alcune vertebre, un frammento di omero) insieme a una decina circa di frammenti ceramici pertinenti ad un`anfora... L`insieme fa constatare l`originaria presenza di una sepoltura che le qualità della ceramica fanno riferire ad età romana medio-imperiale'».

RINVENIMENTO OCCASIONALE - «Nel verbale si precisava altresì - dice ancora l'esponente azzurro - che il rinvenimento era avvenuto in un anfratto naturale. Ovviamente tutti i reperti sono stati presi in custodia dai carabinieri e dalla soprintendenza. Dall`esame dell`intera area si verificò non esservi null`altro. Successivamente, tutta la proprietà nel corso degli anni seguenti, come già detto, è stata sottoposta ad ampia e minuziosa verifica da parte dell`autorità giudiziaria. Trattavasi quindi non già di una tomba bensì di un occasionale rinvenimento come se ne verificano di continuo nel nostro Paese ed è stato in tempo reale e in perfetto ossequio della legge segnalato alla autorità competente».

TENTATIVO FALLITO - «Il tentativo di dar corpo a una storia insostenibile - conclude Ghedini - che purtroppo, con grave danno dell`immagine dell`Italia, è stata ripresa da moltissimi giornali stranieri, per tentare di diffamare il presidente Berlusconi e di creare difficoltà alla sua attività di governo, continua miseramente a fallire».