Decreto Abruzzo, UIL: molti problemi sono rimasti irrisolti
Dichiarazione di Guglielmo Loy - Segretario Confederale UIL, Roberto Campo (UIL Abruzzo) e Pietro Paolelli (UIL L’Aquila)
ROMA - Con la conversione in Legge da parte del Parlamento del Decreto Abruzzo, molti problemi sono rimasti irrisolti, quali la certezza sui tempi e sulle risorse per rimettere in piedi ciò che il terremoto ha distrutto, partendo dai temi dello sviluppo e del lavoro.
Ad una attenta lettura del Decreto, i fondi stanziati appaiono insufficienti, ma anche incerti nelle modalità di erogazione e nell’ammontare reale delle cifre. Nello specifico ci sembrano del tutto insufficienti i 45 milioni stanziati per le Zone Franche Urbane.
Oltre che per le risorse, anche lo strumento delle Zone Franche Urbane appare non consono per il rilancio produttivo dell’Aquila.
Come UIL avevamo chiesto, oltre ai problemi legati alla ricostruzione, che non si perdesse di vista il tema del rilancio dell’economia per le zone colpite dal sisma.
Nello specifico, avevamo proposto per la zona del cratere l’istituzione di una vera Zona Franca con incentivi sgravi fiscali e previdenziali come ad esempio: una riduzione del 60% delle imposte sui redditi da impresa (IRES); una riduzione degli oneri previdenziali del 50% con copertura figurativa dei contributi; un abbattimento del 50% di tutte le aliquote IVA (nel caso dell’aliquota ordinaria una riduzione dal 20% al 10%); l’abbattimento fino a 20.000 euro dalla base imponibile IRAP per ogni lavoratore a tempo indeterminato.
Stando alle parole del Governo e della Regione Abruzzo nei prossimi giorni ci saranno dei correttivi al Decreto, per venire incontro alle esigenze delle popolazioni.
Per la UIL è tempo di passare dalle promesse ai fatti, perché non c’è lavoro senza ricostruzione e non c’è ricostruzione senza sviluppo.
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