Padre Sorge: «Berlusconi chiarisca, i cattolici si interrogano»
«Rischio di strumentalizzazioni, ma serve pronunciamento pubblico»
ROMA - E' importante "un ragionamento serio, senza secondi fini, sulla necessità della moralità di chi ha cariche pubbliche", secondo padre Bartolomeo Sorge, secondo il quale nel mondo cattolico emergono "interrogativi" sui comportamenti privati del premier Berlusconi.
"E' un problema di fondo. Certe ombre corrodono la credibilità della persona. Il comportamento di una personalità pubblica ha incidenza sul costume, sul senso della legalità e della moralità della gente. Il punto è che si faccia chiarezza. La cosa brutta è l'incertezza", afferma il gesuita, osservatore di cose politiche e direttore della rivista 'Aggiornamenti sociali'.
"Certo, c'è il rischio di strumentalizzazioni politiche, che vanno rigettate. Ma data la degenerazione di quello che è avvenuto - prima col caso Noemi, poi questioni più gravi - un ragionamento serio, senza secondi fini, sulla necessità della moralità di chi ha cariche pubbliche è importante. Anche da parte della Chiesa".
Padre Sorge non critica la prudenza dei maggiorenti della Chiesa cattolica sull'argomento. "Tutti ci rendiamo conto della delicatezza della situazione. La magistratura non ha appurato nulla. Un pronunciamento pubblico in una situazione così magmatica non è nemmeno possibile in questo momento. In questo senso, una cosa è il giudizio sull'episodio, un'altra è la confusione nell'opinione pubblica per ribadire dei principi di etica generale, come la dottrina sociale della Chiesa ha fatto da sempre. Per questo una parola serena - non un giudizio o un'accusa sulla situazione ancora 'sub iudice' - è necessaria.
Bene ha fatto Famiglia cristiana col suo richiamo alla necessità di una coerenza morale. C'è un certo scompiglio nell'opinione pubblica". E tra i cattolici? "E' difficile fare valutazioni, ma alcuni segnali del recente ballottaggio e delle elezioni europee fanno pensare che nel mondo cattolico ci sia qualche interrogativo in più".
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