5 settembre 2025
Aggiornato 12:00

La stampa «spiona» insiste: nuove rivelazioni sul Premier

Avvocato Pecorella: «Se Silvio cade finisce il partito»

ROMA - Tengono ancora banco le rivelazioni della quarantenne barese Patrizia D'Addario sulle sue visite a Palazzo Grazioli. Oggi «La Repubblica» pubblica un'intervista con Barbara Montereale, 23 anni, di Modugno, l'amica con cui Patrizia D'Addario nel novembre del 2008 entrò a palazzo Grazioli, residenza romana del premier Silvio Berlusconi.

La donna conferma molti aspetti delle «rivelazioni» fatte dalla escort barese: «Mi raccontò di aver avuto un rapporto sessuale con il presidente. E aggiunse di non essere stata pagata».
«Patrizia - aggiunge la ragazza che è stata Billionerina per tre anni («ci tengo però a dire che non sono una escort«) - meditava vendetta da Natale scorso. Mi disse che avrebbe fatto lo scoop perchè non era stata aiutata dal presidente. Io non ero d'accordo». Barbara Montereale conferma di essere stata candidata alle comunali nella circoscrizione Madonnella di Bari con la lista «La Puglia prima di tutto». Ha preso 91 voti.

La donna racconta poi del suo soggiorno a Villa Certosa, la residenza del premier in Sardegna e dice: «io lo chiamavo Silvio. Tutte le altre lo chiamavano Papi».

Si attendono ora le reazioni di Palazzo Chigi alle nuove rivelazioni (su Repubblica, sotto il titolo «Quell'invito del Premier a Patrizia: vai ad aspettarmi nel letto grande», anche la ricostruzione, attraverso testimoniante, del contenuto dei nastri consegnati dalla D'Addario alla magistratura) raccolte dalla «stampa spiona», come ha definito ieri Berlusconi gli 'eccellentissimi giornali' che, a suo avviso, presto metteranno in prima pagina 'quello che dice una moglie al marito sul cuscino della camera da letto'.

Ieri sera in aiuto al premier è arrivato il leader della Lega Umberto Bossi che sulla vicenda ha affermato: «Con tutti i problemi che ci sono in Puglia è possibile che la Magistratura non abbia di meglio da fare che occuparsi di Berlusconi?», Stamattina interviene, con un'intervista alla «Stampa» il deputato del Pdl ed ex avvocato del premier, Gaetano Pecorella: «La caduta di Berlusconi sarebbe la fine del Pdl: se qualcuno che pensa di sostituirlo si sbaglia. Anche se poi è vero che ogni leader ha sempre qualcuno dietro di sé che tenta di prenderne il posto». Pecorella poi ammette che la scelta di Ghedini di definire il Cavaliere 'utilizzatore finale' è stata «un po' infelice» ma perché si tratta di un termine «molto tecnico».