28 agosto 2025
Aggiornato 04:30
Università

Istat: Tre laureati su 4 trovano lavoro entro 3 anni

Stipendio medio 1300 euro; gli insegnanti sono i meno pagati

ROMA - E' del 73,2% la percentuale di laureati che trova lavoro entro tre anni dal conseguimento del titolo di studio. E', in sintesi, il dato che emerge da uno studio Istat relativo al 2007 sull'inserimento professionale dei laureati. In sostanza tre su quattro dei laureati nel corso del 2004. La percentuale riguarda sia i corsi lunghi che quelli triennali.

Per quanto riguarda i primi, il 14,2% è alla ricerca di occupazione, mentre più del 12%, pur non lavorando, dichiara di non essere alla ricerca di lavoro. Tra i laureati triennali è relativamente più contenuta, spiega l'istituto, la percentuale di giovani in cerca di lavoro (12,1%) e, al contrario, è più elevata la quota degli inattivi, quelli cioè che non lavorano e non cercano lavoro, perché in gran parte impegnati in ulteriori attività formative. I laureati nei corsi lunghi sono più frequentemente impegnati in lavori continuativi iniziati dopo il conseguimento del titolo: sono infatti il 56,1% contro il 48,5% dei triennali, che registrano invece percentuali più alte nell'attività lavorativa continuativa prima del completamento del percorso universitario.

Per quanto riguarda i laureati triennali, è frequente il passaggio, dopo il titolo, ai corsi di secondo livello, di durata biennale, per conseguire la laurea specialistica: a tre anni dalla laurea, il 37,2% dei laureati triennali ha già ottenuto il titolo di secondo livello, mentre il 15,6% sta frequentando un corso di laurea specialistica. Per una fetta consistente di laureati triennali, dunque, la situazione occupazionale dopo tre anni viene certamente influenzata dall'aver già conseguito un titolo di livello più elevato o dall'esser impegnati ancora in attività di studio. Infatti, il 44,5% dei laureati in corsi di tre anni che hanno ottenuto anche la laurea specialistica svolge un lavoro di tipo continuativo iniziato dopo il conseguimento della triennale, a fronte del 30,2% di quanti stanno ancora frequentando il biennio specialistico.

A tre anni da una laurea del vecchio ordinamento o specialistica a ciclo unico, sono occupati più frequentemente i laureati di ingegneria (81,3% impiegato in modo continuativo), del gruppo chimico-farmaceutico (73,7%) e dell'economico-statistico (65,7%). Il lavoro stabile è soprattutto per le donne un obiettivo difficile da raggiungere: il 60,3% degli uomini è occupato in lavori continuativi iniziati dopo la laurea, contro il 53,3% delle donne anche se il gap si è comunque ridotto rispetto all'ultima edizione dell'indagine. E' il 66,3% dei laureati residenti al Nord ad aver trovato un lavoro stabile dopo la laurea, contro appena il 43,4% riscontrato tra quelli del Mezzogiorno ed il 53,6% per i laureati del Centro.

A distanza di tre anni dalla laurea triennale, sono soprattutto i laureati dei gruppi linguistico (56,8%), medico (55,7%), insegnamento (55,6%) e ingegneria (55,1%) ad essere impegnati in un'attività lavorativa di tipo continuativo, iniziata dopo il conseguimento del titolo. Le migliori performance riguardano le professioni infermieristiche e ostetriche (72,4% dei laureati), le scienze e tecnologie farmaceutiche (67,3%) e le scienze e tecnologie informatiche (66,4%). Sono superiori al 60% anche le percentuali relative ai laureati in Scienze della mediazione linguistica (62,4%) e in Disegno industriale (61%). I livelli più bassi di inserimento stabile nel mercato del lavoro si registrano per i gruppi giuridico (21,9%), geo-biologico (31,3%), psicologico (32,2%) e letterario (35,3%).

Tra chi lavora dopo la laurea, possiede un lavoro a termine il 37,1% dei laureati nei corsi lunghi e il 44,8% dei laureati triennali. Il part-time riguarda circa un occupato su sette, senza distinzioni particolari in base alla tipologia di laurea e si tratta principalmente di donne. «In generale - scrive l'Istat - gli uomini sembrano trovare condizioni migliori di inserimento professionale, con quote più elevate rispetto alle donne in termini di occupazione continuativa, contratti senza scadenza e orario pieno. Tra i laureati triennali, tuttavia, lo svantaggio femminile si dimostra decisamente più contenuto».

Quanto alle retribuzioni, chi svolge un lavoro continuativo e a tempo pieno dopo la laurea guadagna in media circa 1.300 euro. Lievemente più elevato è lo stipendio mensile netto dei laureati in corsi lunghi (1.310 euro contro 1.293 dei triennali). La forte incidenza sulla media dei triennali dei laureati in professioni sanitarie spiega la contenuta differenza tra le due tipologie di corso e il guadagno medio maggiore delle laureate in corsi triennali rispetto alle laureate in corsi di 4-6 anni (1.242 euro contro 1.208). Tra quanti hanno concluso corsi lunghi nel 2004, guadagnano di più i laureati del gruppo medico (1.881 euro), seguiti da quelli dei gruppi ingegneria (1.466 euro), economico-statistico (1.360 euro) e chimico-farmaceutico (1.352 euro). Lo stipendio mensile dei laureati del gruppo medico, in particolare, è superiore di quasi 800 euro a quello dei laureati del gruppo insegnamento che registrano il guadagno più basso con una retribuzione media di 1.094 euro al mese. Gli uomini guadagnano più delle donne (mediamente del 18%), con differenziali particolarmente alti (superiori ai 200 euro) nei gruppi medico, psicologico, politico-sociale e architettura. Tra i laureati triennali guadagna di più chi è impiegato nel settore medico (1.414 euro), preceduto solo da quelli del gruppo difesa e sicurezza (1.648 euro). A guadagnare di meno sono i giovani usciti dai gruppi psicologico e insegnamento (meno di 1.100 euro).

Il 58,1% dei laureati nei corsi lunghi e il 56,1% di quelli triennali dice di svolgere una attività in completa coerenza con il titolo posseduto». Mentre affermano di essere inquadrati in posizioni che non richiedono la laurea né sotto il profilo formale né sotto quello sostanziale il 20% dei laureati in corsi lunghi e il 21,4% dei triennali.

Nel complesso, sottolinea l'Istat, i giovani laureati occupati mostrano comunque un «buon livello di soddisfazione». Gli aspetti più apprezzati dai giovani sono il grado di autonomia sul lavoro e le mansioni svolte: per questi aspetti si dichiara molto o abbastanza soddisfatto poco meno del 90% dei laureati di entrambi le tipologie.

Il trattamento economico e le possibilità di carriera sono invece gli elementi meno gratificanti. Il trattamento economico fa registrare quote più contenute di soddisfatti (58,3% tra i corsi lunghi e 62,8% per i triennali); circa il 65% si dichiara soddisfatto per le possibilità di carriera. Quest'ultimo dato, in particolare, se letto accanto alla soddisfazione per la stabilità del posto di lavoro (70,9% tra i laureati in corsi lunghi e 77,2% tra i triennali), dimostra come una buona parte dei laureati, soprattutto nei corsi lunghi, si preoccupi principalmente delle prospettive occupazionali future. Infine, per quanto riguarda l'utilizzo delle conoscenze acquisite negli anni di studio non è irrilevante la quota di persone che si dichiara poco o per nulla soddisfatta: 32,6% tra quanti hanno concluso un corso di 4-6 anni e 28,5% tra i laureati triennali.