18 agosto 2025
Aggiornato 13:30

Gheddafi alle «amazzoni» del Pdl: serve rivoluzione femminile

«Nel mondo arabo situazione orrenda, donne trattate come mobili»

ROMA - 'L'uomo è un essere umano e la donna altrettanto, su questo non c'è alcun dubbio. Non si può farne una differenza di diritti, sui doveri però si può ragionare'. Per la terza giornata della storica visita romana, il colonnello Muammar Gheddafi ha chiesto di vedere le donne, tante donne, in tutto 700 fra mondo politico, dell'impresa, cultura. Le ha convocate in una sala dell'Auditorium di Renzo Piano il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, che insieme alle colleghe di governo e numerose compagne di partito ha ascoltato pazientemente una lunga lezione di femminismo in salsa libica dall'autore del Libro verde, con tanto di consigli di lettura e appelli alla rivoluzione.

'Penso che ci sia bisogno di una rivoluzione femminile nel mondo costruita su una rivoluzione culturale' ha detto Gheddafi, scortato dalle sue donne-guardie del corpo, le famose amazzoni in divisa. Davanti a lui, in platea, una schiera di 'amazzoni azzurre', i volti noti del Pdl. Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, quello dell'Istruzione Mariastella Gelmini, la neo-ministra del Turismo Michela Brambilla, magrissima e strizzata in un tailleur di shantung turchese con gonna sopra il ginocchio e sandali argento con zeppa e stiletto vertiginoso.

Sedute nelle prime file anche dirigenti di Pdl e centrodestra come Beatrice Lorenzin, il sottosegretario Eugenia Roccella, Daniela Santanchè, Isabella Rauti Alemanno, Deborah Bergamini. Le imprenditrici Maria Luisa Todini e Anna Maria Artoni; e poi Marta Marzotto, Afef Jnifen, Carla Fendi, Maria Pia Fanfani, Rosy Greco, Tiziana Rocca, la contessa Patrizia De Blanck. Tante signore di mezza età da salotti romani, biondo platino, già scottate dalla lampada o dai primi weekend al mare. Una parata di lifting, botulino e tacchi a spillo. Anche ragazze molto più giovani, con il look da veline e gli occhialoni da sole tipo Jennifer Lopez. Folla appariscente, in cui hanno trovato posto anche le pensionate padane, col fazzoletto verde al collo.

La padrona di casa Carfagna, in divisa pantalone crepe nero di Armani con il caschetto impreziosito da lunghi pendenti, ha introdotto il colonnello, assicurando un impegno condiviso in difesa dei diritti delle donne africane. 'Possono contare su di noi e sul nostro sostegno - ha affermato - Sono certa, e lo chiedo qui ufficialmente al presidente Gheddafi, che da oggi le africane possono contare anche sul suo impegno'. Secondo il ministro, la presenza di Gheddafi a Roma, nelle sue vesti di presidente di turno dell'Unione Africana, 'ci consentirà di mandare un messaggio forte e definitivo di condanna contro ogni abuso sulle donne: dalla violenza domestica alla violenza contro la salute, dalla violenza contro le bambine alla violenza nel mondo del lavoro, senza dimenticare la violenza nei conflitti armati e nelle situazioni di emergenza'.

Una società senza donne, ha aggiunto il ministro, è 'come camminare su una gamba: il passo diventerebbe più lento ed incerto, il percorso più lungo e faticoso'. Su quest'ultimo punto si è detto d'accordo Gheddafi, convinto che 'la donna abbia ancora bisogno di una rivoluzione, non dobbiamo sopraffarla né negarle i suoi diritti perché deve avere gli stessi diritti dell'uomo'. Se sul fronte dei diritti, il colonnello ha riscosso applausi convinti, non altrettanto è avvenuto per la sua fenomenologia dei doveri.