28 marzo 2024
Aggiornato 23:00

Il vento del cambiamento soffia sulle università italiane

Oltre all’Ateneo di Sassari, 20 università su 80 rinnovano il Magnifico

SASSARI - E’ tempo di elezioni per le università italiane e così circa 20 atenei su 80 si preparano a eleggere un nuovo rettore o come spesso accade a confermare quello uscente. L’anelito al cambiamento alimenta i programmi dei candidati in alcuni casi resi noti al grande pubblico con blog e siti interattivi secondo le modalità del web 2.0.
Futuro, cambiamento, governance, competitività, internazionalizzazione, didattica e ricerca sono le parole che ricorrono con maggiore frequenza nei programmi di oltre 43 aspiranti Rettori, tra i quali si contano solo tre donne. Il tutto ovviamente con l’attenzione di chi sa di dover fare i conti dolorosi con i tagli e le restrizioni imposti dal Ministro Gelmini.

Alcune università hanno appena eletto il loro nuovo Rettore, per esempio Bologna, Urbino e Cassino, o confermato quello uscente come nel caso di Chieti-Pescara (Cuccurullo), Pavia (Stella), Catania (Recca). In questo caso una conferma guadagnata senza sottrarsi al confronto con cinque candidati tra cui una donna e l’outsider professor Strano, filosofo e docente di estetica che con il suo codino e un programma incentrato sul ruolo dell’agoracrazia ha attirato l’attenzione dei media locali e del mondo universitario nazionale. A Trieste e Bari l’elezione è stata invece una vittoria facile dei rettori uscenti e per giunta unici candidati.
In altre università tra le quali Sassari, Cagliari, Firenze, Bergamo, Iuav e Ca’ Foscari di Venezia la sfida è ancora aperta e il finale non è assolutamente scontato.

Il cambiamento in Sardegna riguarda entrambe le università e avviene in un situazione che sta assumendo il carattere d’urgenza. Basta dare uno sguardo ai dati del 2006 dove emerge che in Sardegna rispetto alla media nazionale la spesa in istruzione, formazione e ricerca è sotto del 2,5%, il tasso di occupazione è sotto del 10% mentre il tasso di disoccupazione giovanile ha sfiorato il 19%, mantenendo anche un grave scarto di genere di 28 punti percentuali a sfavore delle donne.

Nell’Ateneo di Sassari, dopo 12 anni di rettorato del prof. Maida in carica dal 1997, si voterà il 18 giugno. La sfida è fra Pietro Luciano, preside della Facoltà di Agraria e promotore del progetto «Sassari Ateneo Sostenibile» e Attilio Mastino, pro-rettore uscente. Entrambi i candidati sono impegnati in incontri e presentazioni del loro programma comunicati anche nei blog e nei siti personali. Essere l’ousider della situazione ha spinto il candidato Luciano a farsi promotore di un’intensa attività di ascolto del territorio con la quale ha raccolto opinioni e proposte di 50 interlocutori esterni all’università (responsabili di istituzioni e imprese) e 30 interlocutori interni (presidi di Facoltà, direttori di Dipartimento, rappresentati del personale e degli studenti). L’attenzione al territorio emerge anche dal suo programma dove insieme alle proposte su didattica, ricerca, amministrazione, organizzazione e governance, Luciano propone di creare la Fondazione Università di Sassari con il sostegno economico-finanziario dei soggetti del territorio, pubblici e privati; strutturare l’Incubatore per nuove imprese e nuove professioni; realizzare l’Osservatorio permanente sulla domanda di formazione; organizzare il Forum internazionale di alta formazione e ricerca scientifica per lo Sviluppo Sostenibile del Mediterraneo e, infine, pubblicare il bilancio sociale di Ateneo al termine di ogni anno accademico.

Il cambio di Rettore nell’Università di Cagliari arriva invece dopo 18 anni di rettorato del prof. Mistretta, in carica dal 1991 e che nonostante i suoi 76 anni rivela in un’intervista che sarebbe rimasto volentieri al suo posto. L’ateneo cagliaritano sarà guidato da uno dei 3 candidati rimasti in gara (prima erano cinque) tra i quali la professoressa Maria Del Zompo. La sua vittoria sarebbe un evento davvero significativo dal momento che nell’università italiana le donne arrivano alla massima carica molto raramente. Su 80 università italiane solo 4 sono guidate da donne e questo accade mentre Harvard è guidata da una donna già dal 2006.

A Bologna, sulla basi di una rosa di 7 candidati, tre tornate elettorali e il ballottaggio con l’ex preside di farmacia Giorgio Cantelli Forti, è stato eletto il 29 maggio scorso il nuovo Rettore Ivano Dionigi, latinista di fama internazionale, pesarese di origine, che seguirà il prof. Calzolari in carica dal 2000. Opportuno sottolineare che all’Alma Mater la sfida, nonostante 7 candidati, è tutta al maschile. Comunque un ricambio che arriva dopo «solo» 9 anni, decisamente presto rispetto ad alcune università italiane dove i rettori a seconda dello statuto possono rimanere in carica per decenni. A titolo di cronaca segnaliamo che al momento il primato di «longevità» spetta all’università di Brescia dove il Rettore Augusto Preti è in carica dal 1983, cioè dai tempi del governo di Amintore Fanfani!
A Firenze il Rettore Marinelli, giunto al secondo mandato, lascerà il posto a uno dei cinque candidati in lizza: anche qui tutti uomini.
Sfida a due anche per gli atenei veneziani IUAV e Ca’ Foscari, con un dibattito che sta entrando nel vivo grazie allo spazio aperto nel forum dello stesso Ateneo e dove senza troppi indugi chi scrive rivendica il diritto a sottoporre idee e proposte per contribuire a costruire il futuro dell’Ateneo così come ogni giorno si contribuisce al suo funzionamento.

Tutto questo fermento può davvero significare che le cose cambieranno? La possibilità c’è soprattutto se una volta eletti le enunciazioni «elettorali» lasceranno il posto all’azione, alla concretezza e alla realizzazione dei programmi. A patto però che le azioni vengano intraprese con concretezza, lungimiranza, attenzione al territorio e cultura della sostenibilità. Insomma in altre parole attendiamo di vedere realizzate «grandi ed eccellenti cose». Del resto non è forse questa la legittima aspettativa creata dal significato del titolo «Magnifico» che spetta ad ogni Rettore?