2 maggio 2024
Aggiornato 14:00
Caso Mills

Da tempo ad attenzione del Csm scontro Berlusconi-giudici

Primo ok a risoluzione, ma si attende riforma pratiche a tutela

ROMA - «Dirò in Parlamento quello che penso su certi giudici». Silvio Berlusconi promette ancora battaglia, in un'aula sì ma a Montecitorio, contro la «sentenza scandalosa» firmata dai giudici di Milano: i quali oggi nel motivare la condanna dell'avvocato David Mills hanno spiegato che il legale, condannato per corruzione in atti giudiziari, agì «da falso testimone «per consentire a Berlusconi e alla Fininvest l'impunità dalle accuse, o almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati». Una «sentenza contraria alla verità», che sarà invece ristabilita in appello, ne è sicuro il premier.

«MAGISTRATURA MILITANTE» - All'Aquila Berlusconi concede un assaggio di quello che si annuncia come un nuovo j'accuse contro quella «magistratura militante» tante volte avversata. Tanto da spingere più volte il Csm ad intervenire a difesa dei giudici finiti nel mirino del premier. Non ultime proprio le toghe milanesi del processo Mills, sulle quali pende ancora a Palazzo dei Marescialli un fascicolo a tutela aperto dopo le accuse che il presidente del Consiglio aveva rivolto loro in una lettera al presidente del Senato Renato Schifani. La risoluzione a tutela ha già ottenuto il primo via libera, in Prima Commissione, a larga maggioranza, con il solo voto contrario del consigliere laico di centrodestra Gianfranco Anedda. Ma ancora attende di essere discussa in plenum.

CSM - E' passato quasi un anno da allora: prima della pausa estiva, lo scorso anno, si è deciso infatti di accantonare il 'caso', in attesa di rivedere le norme che regolano le pratiche a tutela. Riforma che aspetta di essere discussa al Csm, magari durante una seduta per l'occasione presieduta dal capo dello Stato Giorgio Napolitano. Nel frattempo, resta in stand by almeno una decina di interventi a tutela dei giudici, tra i quali anche quelli che riguardano i pm milanesi che si sono occupati del sequestro di Abu Omar e i giudici del caso Englaro.

«RISPETTARE I GIUDICI» - Nel documento approvato in prima battuta a difesa dei magistrati che a vario titolo si sono occupati del caso Mills, i consiglieri dell'organo di autogoverno hanno richiamato il presidente del Consiglio a rispettare i giudici, denunciando l'uso di «espressioni denigratorie» e «gravi accuse manifestamente idonee a delegittimarne l'operato» di fronte alle accuse di agire per finalità politiche rivolte sia al pm Fabio De Pasquale che al collegio presieduto da Nicoletta Gandus.

«Attacchi» di fronte ai quali è «dovere istituzionale» del Csm intervenire, ha rivendicato la Commissione. Ricordando quanto già affermato in occasioni analoghe: «Gli atti dei magistrati possono certamente essere discussi e criticati, le soluzioni giuridiche adottate possono essere contestate, le ipotesi accusatorie possono risultare infondate, e chi è imputato in un processo, chiunque sia, ha il diritto di difendersi nella maniera più ampia a norma di legge». Ma «tutt'altro è adoperare espressioni denigratorie verso il singolo magistrato o l'attività giudiziaria», che è quanto «purtroppo accaduto» nel caso in questione.