19 aprile 2024
Aggiornato 06:30

Terremoto: Cgil, prime valutazione e proposte

Su emergenza, transizione e ricostruzione dei territori abruzzesi colpiti

ROMA - Il terremoto che il 6 Aprile scorso ha colpito la città dell’Aquila e decine di altri centri minori abruzzesi,  ha prodotto conseguenze devastanti sulla popolazione - con centinaia di morti e feriti - sul tessuto urbano e edilizio, sul patrimonio culturale, sulle strutture  produttive ed i servizi ed  esercizi pubblici e privati. Ancora una volta un’intera regione è stata sconvolta da un devastante evento sismico i cui effetti sono stati amplificati oltre misura dalla mancata prevenzione e dal mancato rispetto delle normative antisismiche. È indispensabile, per il rispetto del più elementare senso di giustizia, che queste responsabilità siano tempestivamente chiarite dalla magistratura. Al riguardo la CGIL annuncia sin da ora che si costituirà parte civile.

La drammaticità e la vastità dell’evento richiedono risposte del Paese e del Governo in particolare, in grado di fronteggiare adeguatamente le varie fasi garantendo l’emergenza, la transizione e la ricostruzione, rapidità, efficienza, trasparenza, adeguatezza e certezza delle risorse.

In merito a queste ultime la CGIL ritiene che il Governo debba garantire tempestivamente la disponibilità certa e trasparente delle risorse necessarie per la ricostruzione. Questo significa che sono da escludere alcune delle ipotesi circolate (5 per mille) perché incerte nel gettito e nei tempi, ma si debba intervenire con  decisione in particolare in due direzioni: destinare alla ricostruzione quota consistente delle risorse stanziate per le grandi opere non prioritarie (ad esempio ponte sullo stretto); prevedere una tassa di scopo sui  redditi medio – alti.

Superare l’emergenza e avviare il processo di ricostruzione richiederà un grande impegno non solo finanziario. La CGIL ritiene essenziale che in questo impegno sia centrale la partecipazione delle istituzioni e delle comunità locali, delle forze sociali ed economiche, del mondo dell’associazionismo e della cultura. I cittadini dovranno essere i protagonisti della ricostruzione della città e dei paesi, così come del tessuto economico produttivo, evitando di svuotarli e di stravolgerne la natura e l’identità. L’obiettivo deve essere quello di una ricostruzione fondata sulla legalità, sulla sicurezza, sulla qualità.

Una prima importante misura in questa direzione è di investire dei poteri commissariali per la ricostruzione le istituzioni regionali e locali. Sollecitare la partecipazione dei cittadini deve significare innanzi tutto renderli consapevoli dei problemi che dovranno affrontare al fine di metterli in condizione di fare le loro scelte nel massimo della chiarezza ed evitando, in questo modo, strumentalizzazioni ed opportunismi quando, con troppa facilità, si annunciano soluzioni miracolistiche. Le esperienze del passato insegnano che vanno previste tre fase con problematiche specifiche: quella dell’emergenza, quella della transizione (necessaria per la ricostruzione), quella della ricostruzione.  E’ rispetto a queste tre fasi che vanno individuate per tempo misure specifiche e cogenti.

Come CGIL riteniamo che le priorità relative alle tre fasi siano le seguenti.

La fase dell’emergenza

-     condizioni alloggiative - garantire il massimo del confort e tutti i servizi necessari;
-          scuola e università - evitare la dispersione delle comunità a partire dalla immediata ripresa delle attività didattiche delle scuole e dell’università con la ricomposizione delle classi scolastiche, come erano prima dell’evento sismico;
-          sanità - è necessaria una immediata perizia statica della struttura ospedaliera con l’obbiettivo di verificare la eventuale agibilità di settori e reparti che potrebbero consentire la loro immediata riattivazione concordata e condivisa con tutti gli operatori sanitari. Ciò per garantire un servizio primario a favore della comunità e salvaguardare i punti di eccellenza e le singole professionalità degli operatori;

-          uffici e servizi pubblici - la riattivazione, in condizioni di sicurezza, di tutti gli uffici e servizi pubblici possibili;
-          attività economica - il riavvio di tutte le attività produttive possibili;
-          misure di sostegno al reddito dei lavoratori

a.       estensione della cassa integrazione ordinaria a tutti i settori merceologici e a tutti i lavoratori e alle lavoratrici;
b.       proroga  dell’indennità di disoccupazione (ordinaria, requisiti ridotti e speciale), di mobilità in scadenza nei mesi di aprile e maggio 2009;
c.       prevedere sostegno al reddito alle badanti, agli immigrati, ai lavoratori e lavoratrici con contratto di collaborazione o a progetto;
d.       sostegno al reddito ai lavoratori autonomi e professionisti;
e.       sostegno a processi di emersione dal lavoro nero.

La fase della transizione

Da subito è necessario provvedere a realizzare le condizioni per una sistemazione abitativa più stabile e  confortevole delle famiglie sfollate per un periodo di non breve durata.

-          prefabbricati: entro l’estate garantire il trasferimento degli sfollati in campi attrezzati con casette asismiche, di legno (alimentate da fonti rinnovabili) per superare rapidamente il forte disagio della precarietà ed affrontare in maniera più adeguata l’inverno. Le aree devono essere individuate il più possibile vicino ai quartieri di provenienza con le necessarie garanzie di confronto sulla futura destinazione urbanistica delle stesse;

-          sicurezza e sgombro delle aree danneggiate: mettere rapidamente in sicurezza le aree danneggiate e  smaltire i materiali inerti in  discariche di qualità che consentano sia il recupero dei materiali riutilizzabili, sia il trattamento adeguato di materiali pericolosi come l’amianto;

-          verifiche di stabilità - procedere tempestivamente alle verifiche di stabilità degli edifici al fine di garantire, dove è possibile, il rientro nelle loro case delle famiglie sfollate.

La fase della ricostruzione

Il patrimonio urbanistico, architettonico, culturale, sociale ed economico dei centri abitati abruzzesi a partire da quello dell’Aquila, è un bene dell’intera collettività. E’ questo patrimonio, costruito in millenni di storia, che esprime con forza la cultura e l’identità della comunità abruzzese. La CGIL ritiene che il recupero di questo patrimoni e la tutela di questa identità debbano essere la priorità su cui incardinare l’intero processo di ricostruzione, a partire dalle scelte iniziali.

I piani di ricostruzione e recupero dovranno, pertanto,  prevedere la conservazione delle tipologie e dei tessuti urbani, utilizzando i materiali di lettura esistenti e l’approntamento di Piani integrati di ricostruzione con il coinvolgimento dell’università dell’Aquila,  le associazioni professionali, i comitati di rappresentanza dei cittadini. L’obiettivo deve essere quello di ripristinare i tessuti storici nelle loro qualità originale arricchite di maggiore sicurezza, qualità ambientale e tecnologica, maggiore confort.

Per vincere questa sfida è indispensabile rendere protagoniste della ricostruzione le istituzioni e le comunità locali. Per questo, come CGIL, riteniamo necessaria:

-          la costituzione di un tavolo di confronto con le istituzioni locali al fine di condividere le strategie della ricostruzione e  contribuire ad elaborare il quadro normativo indispensabile;

-          l’attivazione di un tavolo di confronto tra le parti sociali al fine di concordare il quadro degli obiettivi e delle regole per la ricostruzione che assumono le parti in modo autonomo (in particolare la qualità degli interventi, tempi celeri e certi, il rispetto delle regole con particolare riferimento al trattamento dei lavoratori ed alla sicurezza nei cantieri, la trasparenza negli appalti e le misure di contrasto alla criminalità organizzata). 

CGIL Nazionale
CGIL Abruzzo
GIL L’Aquila