4 maggio 2024
Aggiornato 12:30
Presentate le “buone pratiche” dell’Università degli Studi di Milano e di Milano-Bicocca

Internazionalizzazione della ricerca, la rete fa la forza

Andare oltre l’idea del rientro dei cervelli: il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio annuncia la creazione di una rete dei ricercatori italiani all’estero

MILANO - Intervenendo al primo Convegno sull’internazionalizzazione della Ricerca Biomedica promosso dalle due Università degli Studi di Milano e di Milano-Bicocca, il Sottosegretario al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, Ferruccio Fazio, ha parlato del tema del «rientro dei cervelli» dall’estero annunciando il varo di un progetto che propone un approccio nuovo a un argomento al centro del dibattito sul rilancio della ricerca italiana.

L’idea alla base del progetto è che, in un mondo sempre più globalizzato e in un ambiente di ricerca che si basa sulle relazioni internazionali, il concetto stesso di «fuga dei cervelli» appare superato. In questo senso, concentrare gli sforzi unicamente sul rientro degli studiosi italiani che lavorano in altri paesi appare poco efficace, anche a fronte del risultato generalmente insoddisfacente ottenuto delle politiche sinora adottate.

Il principio guida della nuova iniziativa ministeriale punta al concetto di rete per promuovere e favorire lo scambio e la collaborazione tra ricercatori italiani che risiedono all’estero e quelli che vivono in Italia.

Prima tappa per la realizzazione del progetto è la compilazione di una anagrafe dei ricercatori italiani attivi nei più importanti centri e istituti di ricerca all’estero, una ricognizione alla quale stanno già lavorando - con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri - le nostre ambasciate nel mondo.

La seconda fase prevede una sorta di «accreditamento» alla rete dei ricercatori censiti, in modo da realizzare un vero e proprio sistema delle competenze e delle linee di studio sviluppate in tutti il mondo.

Il progetto si basa sull’idea che il contributo dei nostri ricercatori vada valorizzato ed enfatizzato, creando un flusso bidirezionale continuo, che promuova contatti, scambio di conoscenze e condivisione di know how, stimolando nel medesimo tempo il movimento bilaterale di studenti, ricercatori e docenti.

Nel corso del convegno sono state presentate le strategie di internazionalizzazione messe in campo dalle due Università milanesi e le buone pratiche, cioè i progetti di collaborazione che hanno già prodotto risultati importanti, con le istituzioni scientifiche del Nord America.

In particolare, sono state illustrate le iniziative nel settore della biomedicina e delle tecnologie collegate: un ambito perseguito con particolare attenzione in una regione, la Lombardia, che vanta il 48 per cento dell’industria biotech del Paese.