Dove sono finiti gli intellettuali pro-Veltroni?
Lo chiede il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, che ha osservato: «Chi scrive pensa che Walter Veltroni sia innanzitutto vittima dei propri errori»
«Che fine hanno fatto i giornalisti e gli intellettuali pro-Veltroni?». Lo ha affermato il portavoce di Forza Italia /Pdl, Daniele Capezzone, che ha osservato: «Chi scrive pensa che Walter Veltroni sia innanzitutto vittima dei propri errori. In sedici mesi, la sua traiettoria politica ha capovolto le speranze e i positivi propositi del Lingotto:
Doveva nascere il partito della vocazione maggioritaria, e invece si e’ ritornati alla logica prodian-dalemiana della coalizione; doveva nascere il partito del cambiamento, e invece si e’ rimasti inchiodati al conservatorismo istituzionale di Scalfaro e a quello sociale della Cgil... E Veltroni, oggi, paga esattamente questo: l’avere tradito la sua stessa impostazione politica. Detto questo però, in termini umani e perfino ’estetici’, le vicende di queste ore confermano che l’Italia rimane il Paese del ’servo economico e del codardo oltraggio’.
Che fine hanno fatto gli intellettuali che osannavano Veltroni? Che fine ha fatto la nota scrittrice che, recensendo dalle colonne del Corsera un romanzo veltroniano, osava citare - con sprezzo del ridicolo - Pirandello, Kafka e Musil? Che fine ha fatto l’Editore autoproclamatosi tessera numero 1 del Pd, i cui editorialisti sono oggi i più spietati contro Veltroni? E i cantanti delle feste romane? E i giornalisti embedded del pullman veltroniano, cantori della presunta ’rimonta storica’ nell’ultima campagna elettorale? Tutti desaparecidos? Come si dice in questi casi: domandare e’ lecito, rispondere e’ cortesia...».