2 maggio 2024
Aggiornato 04:00
Un teatro inconsueto per un pubblico speciale

Sopravvivere al conflitto, il teatro contro il bullismo

Oltre 900 studenti di sei istituti superiori e di tre istituti medi di Milano parteciperanno alla lezione-spettacolo di Paolo Vergnani

Un teatro inconsueto per un pubblico speciale. Mercoledì 4 febbraio alle 10.30 il sipario si alzerà nell’Aula Magna dell’Università di Milano-Bicocca davanti a 900 studenti di 6 istituti superiori e di 3 istituti medi di Milano, accompagnati dai loro insegnanti. Su un palco essenziale il «formattore» Paolo Vergnani, esperto di gestione del conflitto e presidente di Spell, società che sperimenta da oltre dieci anni l’uso del teatro in ambito formativo, si esibirà nello spettacolo «Sopravvivere al conflitto», un monologo di un’ora e venti nel corso del quale sarà accompagnato da due musicisti.

La rappresentazione teatrale, che sarà introdotta da Marcello Fontanesi, rettore dell’Università di Milano-Bicocca e Mariolina Moioli, assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali del Comune di Milano, è parte del progetto educativo «Crescere imparando a gestire i conflitti», promosso dal Comune di Milano in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca e l’Università Cattolica del Sacro Cuore e relativo alla gestione positiva dei conflitti e della violenza.

La lezione-spettacolo di Paolo Vergnani
La lezione spettacolo passa in rassegna gli strani meccanismi che fanno sì che le relazioni interpersonali possano trasformarsi in un campo di battaglia. Che cosa è un conflitto? Come nasce e perché? Che cosa possiamo fare per prevenirlo? Questi sono alcuni dei temi sviluppati dall’attore-formatore Paolo Vergnani. L’obiettivo dello spettacolo è quello di fornire chiavi di lettura per la gestione dei conflitti attraverso l’illustrazione delle strategie di negoziazione e delle soluzioni comunicative adeguate.

Il progetto educativo
Il progetto educativo «Crescere imparando a gestire i conflitti» coinvolge i ragazzi e gli insegnanti di 6 Istituti superiori e di 3 Istituti medi della città di Milano: «Vogliamo rendere i ragazzi protagonisti di un cambiamento positivo – afferma l’assessore Moioli – aiutandoli a prevenire episodi di bullismo attraverso la cultura della mediazione».

Troppo spesso i giovani sono rappresentati esclusivamente come bulli aggressivi, o come demotivati e passivi. «I ragazzi formati alla mediazione – continua Moioli – diventeranno attivi promotori del benessere nell’ambiente in cui vivono, aiutando i loro compagni a gestire gli episodi di conflitto in cui sono coinvolti». Il cambiamento innescato da questo intervento ricadrà non solo sulle classi direttamente coinvolte, ma sulle migliaia di ragazzi che potranno fruire dei servizi di peer mediation, attraverso gli sportelli che gli studenti stessi gestiranno in ogni istituto.

«Attraverso una serie di incontri, gestiti da team di mediatori e psicologi, i ragazzi avranno modo di ragionare sul conflitto, sulle sue dinamiche e sugli esiti che i diversi modi di gestirlo possono avere», spiega Vincenza Bonsignore, psicologa e mediatrice, ideatrice del progetto. «Per i ragazzi delle superiori – continua – il percorso è più lungo, e prevede una vera e propria formazione alla mediazione, ovvero a quello strumento di gestione dei conflitti che, partendo dall’ascolto dell’altro, facilita la comunicazione il raggiungimento di un nuovo equilibrio nella relazione».

Anche i docenti e i genitori sono coinvolti nel percorso formativo e il loro ruolo è fondamentale per la buona riuscita del progetto: «Le risposte che abbiamo ricevuto – sottolinea Davide Diamantini, docente di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio presso la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Milano-Bicocca – sono state incoraggianti. La nostra Università da anni promuove la ricerca e la formazione nell’ambito della negoziazione e della mediazione, perché crediamo fermamente nella necessità di adoperarsi per promuovere una visione del conflitto come una risorsa e un’occasione di cambiamento e trasformazione».