29 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Accordo Italia - Libia

Accordo è spot del Governo. Più ombre che luci

Così l’on. Fabio Evangelisti nel suo intervento in Aula sul Trattato italo-libico

«Pur ritenendo che il provvedimento in discussione rechi alcune misure degne di condivisione, vi sono troppe ombre nelle ragioni di questo accordo che impediscono il nostro voto favorevole. Il trattato di cui stiamo discutendo è stato stipulato da questo Governo con un intento meramente propagandistico» così l’on. Fabio Evangelisti nel suo intervento in Aula sul Trattato italo-libico.

«E’ un’illusione credere che questo Trattato servirà a frenare il flusso migratorio della Libia. Chi afferma questo mostra chiaramente di non conoscere cosa c’è dietro a tale fenomeno, organizzazioni criminali, ricchi mercanti di schiavi, spesso non lontani da collusioni persino con la polizia libica» spiega Evangelisti nel suo intervento.
Dietro i nobili intenti di questo accordo, costruzione di strade, abitazioni e quant’altro, si nasconde il problema della copertura finanziaria, cui è collegato l’articolo 3 che prevede disposizioni dirette ad introdurre fino al 2028 un’addizionale all’imposta sul reddito delle società. Non saranno le principali imprese petrolifere a pagare il conto, come il Governo vuole lasciarci credere, sarà l’Eni a pagarlo e alla fine della fiera i cittadini italiani, perché l’Eni andrà a rincarare le bollette degli italiani» aggiunge il vicepresidente di IDV alla Camera.

«Infine, c’è la questione del rispetto dei diritti umani. E’ difficile definire il Governo libico tra i regimi più liberali al mondo. Non vogliamo dire che venga esercitata una repressione dispotica sugli immigrati neri giunti in Libia dopo viaggi in cui spesso hanno subito ogni sorta di sopruso rischiando la vita, ma il rischio che ciò possa avvenire è alto. Vi è l’alto e grande rischio che spesso questi siano costretti alla clandestinità, che vengano sfruttati, le donne violentate, ricacciati nei loro Paesi di origine quando non abbandonati senza risorse nel deserto a morire di fame e di sete» sostiene il vicepresidente di IDV.

«Per questo, auspichiamo almeno che, nelle varie commissioni di cui all’accordo, ne sia istituita una che possa sottoporre questo accordo ad un controllo e ad un monitoraggio anche dal lato dei diritti umani che devono prevalere sui motivi di opportunità politica, sugli interessi economici e sugli spot propagandistici» conclude Evangelisti.