Non depotenziare intercettazioni, a rischio lotta mafia e terrorismo
Ferranti: «Emendamenti Pd per contemperare diritto di cronaca e tutela privacy»
«Consideriamo il testo Alfano un testo 'squilibrato' che per tutelare la privacy compromette importanti filoni d'indagine con il rischio di depotenziare la lotta contro criminalità organizzata e terrorismo». Donatella Ferranti, capogruppo del Pd in commissione Giustizia alla Camera, sintetizza così le critiche dei democratici al ddl governativo sulle intercettazioni.
«Ridurre l'ambito operativo delle intercettazioni ai soli reati con condanne superiori ai 10 anni - rimarca- vuol dire ostacolare l'accertamento dei cosiddetti reati satelliti (usura, truffe, crimini economici e informatici, reati ambientali, spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, ricettazione, incendi dolosi, ecc.) che sono sintomatici e rilevatori di reti criminali ramificate sul territorio e di difficile accertamento. Limitare le intercettazioni su tutti questi reati - denuncia Ferranti - vuol dire depotenziare la portata delle indagini su mafia e terrorismo.
Insomma, un testo di legge sbagliato, che il gruppo del Pd della commissione Giustizia della Camera - prosegue Ferranti - proporrà di modificare attraverso la presentazione di numerosi emendamenti costruttivi per scongiurare che in nome del diritto alla riservatezza si comprimano i poteri d'indagine e quindi si leda il diritto alla sicurezza dei cittadini. I nostri emendamenti - conclude Ferranti - sono tutti ispirati dal principio cardine per cui il legislatore non deve intaccare le potenzialità investigative delle intercettazioni ma solo evitare l'abuso e la divulgazione di fatti privati non rilevanti per le indagini».
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