5 maggio 2024
Aggiornato 14:00
Ogni torinese ha un carico di indebitamento pari a 5.781 euro

I debiti di Chiamparino peseranno anche sulle future generazioni

«Chiamparino continua a riempirsi la bocca sulle Olimpiadi ma si dimentica dei contratti derivati, dei mutui accesi ben prima delle Olimpiadi e delle opere olimpiche non utilizzate»

«Oltre al record sulla sicurezza» (cioè la Città più insicura d’Italia) Torino acquista un altro podio negativo per la responsabilità di un’amministrazione che tra finanza creativa e spesa inutile ha portato ogni torinese ad avere un carico di indebitamento pari a 5.781 euro». E’ quanto affermano i consiglieri comunali di Fi-Pdl Daniele Cantore (capogruppo), Cristiano Bussola, Michele Coppola e Ferdinando Ventriglia, componenti della Commissione Bilancio.

«Chiamparino – commentano i consiglieri – continua a riempirsi la bocca sulle Olimpiadi ma si dimentica dei contratti derivati, dei mutui accesi ben prima delle Olimpiadi e delle opere olimpiche non utilizzate. Forse farebbe meglio ad ammettere di avere, insieme alla sua Giunta, praticato una politica di bilancio sbagliata e dannosa per la Città e soprattutto di lasciare un’eredità pesante ai torinesi di oggi e di domani».

Indebitamento 2,6 volte il patrimonio - «Quello che impressiona oltre al debito cumulato – aggiungono – sono gli indici sulla stabilità del nostro Comune, che purtroppo ha un indebitamento superiore di 2,6 volte il proprio patrimonio, ottenendo anche in tale ambito il primo posto per quanto riguarda la rischiosità. Se si pensa che per Roma, al secondo posto, il rapporto è di 1,1, cioè il debito pressoché uguale al patrimonio, ci si rende conto della gravità e unicità della situazione di Torino. Insomma, anche vendere i «gioielli di famiglia» per il Comune risulterebbe un’iniziativa vana, perché il patrimonio è assolutamente inadeguato a coprire la voragine del debito».

«Quando il sindaco parla di rinegoziazione del debito – concludono gli esponenti azzurri – significa semplicemente che vuole allungare di decenni la scadenza dei mutui, in modo che a farne le spese sia la prossima generazione che, invece dei futuri investimenti, dovrà farsi carico della malagestione di questi anni».