28 agosto 2025
Aggiornato 09:00
La Regione Lombardia non potrà più legiferare in tema di caccia in deroga

Caccia: in Lombardia mai più leggi su quella in deroga

La LAV plaude alla svolta imposta dal Presidente della regione Formigoni e invita il presidente del Veneto Galan a fare altrettanto

Con una delibera datata 22 dicembre 2008 la Giunta regionale della Lombardia ha disposto che la Regione non potrà più legiferare in tema di caccia in deroga. Una decisione importante che, seppure con ritardo, prende atto dei pronunciamenti della Corte Costituzionale che ha più volte dichiarato l’illegittimità delle leggi lombarde in quanto contrastanti con la Direttiva comunitaria e con la legge nazionale sulla tutela della fauna selvatica.

In particolare la Corte Costituzionale ha censurato il ricorso della regione Lombardia allo strumento legislativo allo scopo di autorizzare il prelievo in deroga, strumento che preclude l’esercizio del potere di annullamento da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri.

La presa di posizione del Presidente Formigoni giunge, però, nello stesso giorno in cui la Commissione Europea ha acquisito la legge regionale sulla caccia in deroga tra gli atti della procedura di infrazione n°2006/2131 già avviata nei confronti della Lombardia.

«Prendiamo atto con soddisfazione della presa di posizione del Presidente Formigoni e confidiamo che anche il presidente della Regione Veneto, Galan, segua a breve la strada intrapresa dal collega lombardo. dichiara Massimo Vitturi responsabile del settore caccia e fauna selvatica della LAV Anche il Veneto, infatti, ha illegittimamente legiferato sulla caccia in deroga, con conseguente acquisizione degli atti da parte della Commissione Europea.»

Ora resta da chiedersi chi pagherà per i danni procurati, agli animali ed alla collettività, dalle amministrazioni che hanno emesso provvedimenti palesemente filo-venatori, determinando la morte di milioni di uccelli migratori protetti in tutta Europa.

«In Italia tali provvedimenti sono costantemente utilizzati alla stregua di moneta di scambio elettorale tra i cacciatori ed i loro politici di riferimento. Cacciatori – conclude Vitturi – che a parole sostengono di essere i primi difensori dell’ambiente, ma con i fatti si smentiscono e dimostrano che il loro unico interesse è uccidere quanti più animali possibile, anche violando le norme europee e nazionali, in nome del loro sanguinario passatempo, che qualcuno osa ancora definire sport».