4 maggio 2024
Aggiornato 04:30
«L'idillio tra Berlusconi e il Paese è finito»

«Occorre rivedere lo stato sociale oggi insufficiente»

Nicola La Torre a YouDem

E' un Nicola La Torre a tutto campo quello che ha partecipato oggi alla diretta di YouDem condotta da Andrea Michelozzi. La crisi economica, la riforma della scuola, il referendum e i nuovi obiettivi per il PD sono stati i principali argomenti trattati dal vice presidente dei senatori democratici.

Ruttura Cgil. La Torre si è dichiarato preoccupato per le ultime vicissitudini che hanno visto la mancata firma da parte della Cgil del protocollo d'intesa proposto dal governo per il rinnovo del contratto del pubblico impiego 2008-2009. «Politicamente, la mancata firma da parte del sindacato non aiuta a gestire una fase così difficile come quella che sta vivendo il Paese. È necessario trovare tutti i possibili strumenti per garantire ed agevolare l'unità sindacale anche se non penso che questa sia un'idea condivisa dal governo che non aiuta affatto».

Una crisi impressionante. La crisi economica e finanziaria mondiale è e rimane la priorità da affrontare. «Bisogna ricordare – ha dichiarato La Torre – che i dati che emergono dall'economia reale sono causa scatenante della crisi finanziaria. Negli Stati Uniti la necessità di assolvere i mutui ha creato un circuito vizioso che ha avuto come diretta conseguenza la rottura dell'intero sistema con un grande indebitamento generale». Per La Torre «le crisi si affrontano ricercandone i significati più profondi e analizzando soprattutto le conseguenze sociali. Il Partito Democratico ha avanzato proposte utili ad affrontare il passaggio delicato che stiamo vivendo e per questo chiediamo attenzione da parte del governo nel dibattito parlamentare. I 10 punti proposti sono una piattaforma per gli interventi urgenti e indispensabili su come fronteggiare la crisi. Due sono le proposte principali: usare la leva fiscale per l'aumento delle retribuzioni e della detrazione fiscale; istituire un fondo per le PMI per garantire il mantenimento di un soddisfacente accesso al credito. È fondamentale una riorganizzazione dello stato sociale che oggi si rileva assolutamente insufficiente».

La riforma della Scuola. L'ondata di protesta nelle scuole, nelle università e per le strade sono un chiaro segnale di come «l'idillio e il pensiero unico attorno al principe che calcava la scena in maniera irresistibile è finito». Guardando l'operato del governo emerge tutta la sua insufficienza. Per La Torre «ci si gioca una tema decisivo per il Paese, il suo cuore, il rilancio della sua competitività. Il governo, invece, è una testimonianza di incapacità di prospettiva. Non riesce ad assumere il sapere come tema di importanza strategica fondamentale».
«Se guardiamo le ragioni di fondo di questo movimento studentesco - ha continuato il senatore – si possono cogliere l'incertezza e la paura per il futuro che si tinge di precarietà . Emergono i problemi veri e il PD deve saper mettere in campo il suo profilo riformista e la capacità di mantenere un rapporto stretto con la società italiana e indicare una prospettiva».

Il referendum. Per La Torre sva fatta maggiore chiarezza sul referendum abrogativo della Legge Gelmini. «Il referendum deve essere innanzitutto in una risposta politica immediata di mobilitazione. Rimettere in discussione una legge, anche se sbagliata, non sarà né una cosa semplice né breve. C'è poi da ricordare che il referendum non potendo abrogare una legge finanziaria, interverrà solo su alcuni aspetti della riforma mentre su altri, altrettanto importanti, non potrà incidere affatto. Il referendum va dunque inquadrato come un'indicazione di lavoro e di lotta per l'interesse generale del Paese.

Le prospettive del PD. Netta la posizione assunta da La Torre su quali debbano essere i prossimi scenari per il Partito Democratico. «Condivido le parole di D'Alema rilasciate nella sua intervista a «la Repubblica» stamani. È necessario uno passo in avanti da parte del partito. L'accrescere delle inquietudini e delle contraddizioni non riguardano solo uno schieramento politico ma tutto il sistema Italia. Si assiste ad un cambio di fase, ad una nuova stagione segnata anche da una crisi mondiale per molti risvolti imprevedibile che mette in discussione interi assetti di poteri e di equilibrio della società e che impongono al PD un vero giro di boa».
«Mi auguro – ha chiarito il vice presidente - una discussione e un'iniziativa che sollecitino l'impegno unitario per la svolta. Spetta al leader Walter Veltroni il compito di mobilitare le forze e dare un segnale di cambiamento».

«Oggi nella politica stenta il valore dell'interesse generale. Mi immagino un sistema migliore che sappia 'scontrarsi' su chi meglio interpreta l'interesse generale e che non si arrocchi nel detto di Mao «sostenere ciò che il nemico combatte e combattere ciò che il nemico sostiene. Sarà poi fondamentale ritrovarsi attorno ad alcuni grandi temi per dialogare insieme. Purtroppo, finora, questo governo non lo ha permesso».

Elezioni europee. Per La Torre la riforma elettorale è principalmente una questione di metodo. «Essendo uno strumento davanti al quale tutti si devono riconoscere, la legge che ne deriva deve essere condivisa» ha dichiarato il senatore PD. «Gli schieramenti ne devono prendere atto. Il centrodestra ha un atteggiamento incurante delle proposte e delle opinioni diverse. Per fortuna oggi si assiste ad un cambio di rotta, ad una maggiore attenzione a modificare questo atteggiamento e a vedere accordi possibili soprattutto nelle commissioni parlamentari». «La riduzione del numero dei partiti – ha concluso - deve coniugarsi con il principio della rappresentanza che è il fine esclusivo delle elezioni europee e quindi uno sbarramento troppo alto è inconcepibile. Per quanto riguarda la preferenza, questa è una necessità per mantenere il principio democratico del rapporto tra eletto e elettore.

A.Dra