29 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Legge elettorale europee

Scontro alla Camera tra maggioranza e opposizioni

D'Alema: «Posizione Pdl gravemente antidemocratica»

È ripresa nella giornata di ieri l'odissea della Legge elettorale europea. Il testo, presentato alla Camera per la discussione, non ha convinto e anzi ha scatenato l'aspra protesta delle opposizioni. Nell'occhio del ciclone le liste bloccate, l'aumento del numero delle circoscrizioni e lo sbarramento per i partiti e le liste al di sotto del 5%.

Durissima la reazione del PD ed, in particolare, di Massimo D'Alema che attacca il governo: «La pretesa di imporre a maggioranza una legge elettorale che stravolge il sistema elettorale per le Europee è piegata agli interessi di una parte che non rappresenta la maggioranza assoluta degli italiani, che legittimamente governa ma non dovrebbe disporre delle regole che devono essere condivise, è un atteggiamento gravemente antidemocratico. Cosi si rende difficile il normale rapporto tra maggioranza e opposizione.»

Gli fanno eco numerosi esponenti del PD. Arturo Parisi definisce questa legge elettorale come il «porcellum bis» e paventa «un Parlamento europeo non composta neanche da nominati, ma da ripescati». L'ex presidente del Senato Franco Marini ribadisce che «il dialogo è in imperativo categorico» e che la legge elettorale «è una cosa da fare insieme, è l' Abc». Mentre Antonello Soro, capogruppo PD alla Camera, avverte: «Useremo tutta la forza parlamentare di cui disponiamo per resistere al tentativo di raddoppiare la porcata, restringendo ancora il recinto democratico nel nostro paese».

Il Centrodestra appare granitico e irremovibile, o almeno questa è l'idea che vorrebbe trasmettere. A smentirlo ci pensa il Movimento per l'Autonomia che, dopo essersi dissociato dalle posizioni assunte dalla maggioranza, si è unito a PD, Udc e Idv in una lettera a difesa delle preferenze. Nella missiva si bolla come «inaccettabile» che «si cambino le regole del gioco ignorando le opinioni espresse da tutte le opposizioni, ma anche da alcune componenti di maggioranza».

Ma il partito di Raffaele Lombardo non è certo l'unico a dissentire. Nuove note stonate affiorano dal coro della maggioranza. Alessandra Mussolini annuncia un emendamento per l'alternanza in lista tra i sessi, «cercando i maggiori consensi possibili tra i colleghi della maggioranza, e se occorre, anche dell'opposizione». Anche il ministro Calderoli non sembra convinto della linea dura del governo e annuncia di essere pronto ad «accogliere nuovi perfezionamenti e migliorie»

Sui temi sollevati dal dibattito parlamentare è intervenuto anche il Presidente Napolitano, che ha ribadito l'importanza, quando si tratti di modificare regole tra le più importanti della competizione democratica, di «un più ampio consenso in Parlamento». Si è inoltre espresso sull'esigenza di «stabilire un più diretto legame tra gli eletti e i territori rappresentati» e di «garantire un effettivo intervento dei cittadini-elettori nella scelta dei loro rappresentanti». Il Presidente della Repubblica ha concluso il suo intervento augurandosi che «tali esigenze formino oggetto di adeguata attenzione nel corso della discussione parlamentare sulle norme per l'elezione dei deputati italiani al Parlamento europeo» e sottolineando «la necessità di non comprimere il pluralismo politico in quelle che sono sue significative espressioni, pur introducendosi disposizioni volte ad evitare eccessi estremi di frammentazione».

Grande apprezzamento all'interno del Partito Democratico per le parole del Presidente della Repubblica. La capogruppo del PD nella commissione Affari costituzionali Sesa Amici precisa che «questi sono anche i punti cardine della proposta del PD, che abbiamo sottoposto all'attenzione della maggioranza attraverso numerosi emendamenti». Poi commenta che «dopo un intervento di questo tipo è difficile pensare ad un'approvazione a maggioranza della legge elettorale».

In perfetta sintonia con la Amici, Anna Finocchiaro. Il capogruppo PD al Senato aggiunge che «quelle parole non si possono prestare a fraintendimenti e nessuna forza politica può far finta di nulla e sottrarsi all'autorevole monito del Capo delo Stato».

Chiude il segretario del Partito Democratico, Walter Veltroni:«Il presidente Napolitano ha ancora una volta ragione. Ragione nell'auspicare che sulla legge elettorale si possa e si debba ricercare il massimo consenso». Veltroni si sofferma poi su due punti della legge elettorale da modificare con urgenza: «l'assurda decisone» di abolire i voti di preferenza e la soglia di sbarramento che «secondo il PD non può essere superiore al 3%». Infine, promette il numero uno del Partito Democratico, «su questi temi condurremo, d'intesa con le forze d'opposizione, una forte battaglia parlamentare».

La ripresa dei lavori parlamentari riguardanti l'approvazione della Legge elettorale europea è prevista per la seconda metà di novembre.

I.G.