23 agosto 2025
Aggiornato 07:30

Cassazione: «No ai nomi ridicoli»

Confermata la sentenza del Tribunale che negava a due genitori liguri di chiamare il proprio bimbo «Venerdì»

Volevano a tutti i costi chiamare il figlio Venerdì. Così i genitori del bimbo, che oggi ha due anni, si sono trovati a combattere contro la decisione del tribunale di Genova che gli ha invece imposto di cambiare il nome di battesimo con Gregorio, santo del giorno in cui è nato. Il loro ricorso alla Corte di Cassazione, per far annullare la decisione dei giudici del capoluogo ligure, non è stato accolto per motivi procedurali.

Secondo la Procura della Repubblica, alla quale per legge spetta il controllo sulle norme che vietano l'uso di nomi «ridicoli, vergognosi o che possano creare situazioni discriminanti e difficoltà di inserimento, Venerdì è un nome che evoca il personaggio dell'opera Robinson Crusoe, una figura umana caratterizzata dalla sudditanza e dall'inferiorità». Secondo i genitori del piccolo, Mara e Roberto, «il temuto senso del ridicolo va escluso perché quelle connotazioni negative potevano essere proprie solo nella società inglese del diciottesimo secolo». Gli argomenti dei due coniugi non hanno convinto i giudici di merito e la Consulta ha ora chiuso la questione per motivi procedurali.