4 novembre 2025
Aggiornato 21:00
Premio Nobel

Nobel per la pace a Martii Ahtisaari

Il diplomatico finlandese decisivo in Kosovo e Namibia

Il premio Nobel per la Pace è stato assegnato al diplomatico finlandese Martti Kalevi Ahtisaari. L'ex presidente finlandese, famoso soprattutto per il suo ruolo di mediatore, ha vinto il prestigioso riconoscimento per i «suoi importanti sforzi, in diversi continenti e in oltre tre decenni, per risolvere i conflitti internazionali».

Il socialdemocratico finlandese che ha «contribuito – spiega la motivazione – a un mondo più pacifico e alla fraternità tra nazioni nello spirito di Alfred Nobel» ha sbaragliato la concorrenza di ben 197 personalità e organizzazioni che risultavano nella lista dei possibili vincitori. Il premio, che consiste in particolare in un assegno di 10 milioni di corone svedesi (1 milione di euro), sarà consegnato a Oslo il 10 dicembre, anniversario della morte del fondatore, l'industriale e filantropo svedese che inventò il premio.

Nato il 23 giugno del 1937 a Viipuri, oggi Vyborg in Russia, Ahtisaari si è dedicato per breve tempo all'insegnamento prima di passare alla carriera diplomatica nel 1965. Ambasciatore in Tanzania dal ‘73 al ‘76, nel 1977 viene nominato commissario delle Nazioni Unite per la Namibia e poi rappresentante speciale del Segretario Generale Onu sempre in questo paese di cui si occuperà fino all'indipendenza nel 1990. Evento questo che Ahtisaari, intervistato poco dopo la notizia dell’assegnazione, ricorda come «il risultato più importante» della sua carriera, a causa del lungo lavoro che la pace richiese per essere raggiunta.

All'inizio degli anni Ottanta torna a far parte della diplomazia finlandese fino alla sua nomina nel 1987 al posto di sottosegretario generale Onu per i problemi finanziari e amministrativi.
Gli anni Novanta segnano i suo ritorno in Europa e l'inizio di 15 anni di instancabile attivismo a favore della pace nei Balcani. Dal settembre ‘92 all'aprile del ‘93, presiede il gruppo di lavoro in Bosnia-Erzegovina della Conferenza internazionale sull'ex Jugoslavia.
Nel luglio dello stesso anno, Martti Ahtisaari diventa consigliere speciale per la Conferenza internazionale sull'ex-Jugoslavia prima di essere nominato rappresentante speciale Onu in ex-Jugoslavia. Eletto presidente nel suo paese nel 1994, resterà per sei anni alla presidenza finlandese senza però perdere di vista la scena internazionale. Nel 1999, insieme all'ex premier russo Viktor Tchernomyrdine, riesce a convincere il presidente jugoslavo Slobodan Milosevic a mettere fine alle operazioni militari in Kosovo contro la guerriglia separatista albanese in cambio della fine dei bombardamenti da parte della Nato.

Al termine della sua presidenza, crea e presiede la Crisis Management Initiative (Cmi), fondazione di analisi e di mediazione specializzata nella soluzione di conflitti. Nel gennaio del 2005 viene incaricato dei colloqui tra il governo indonesiano e i separatisti del Movimento per l'Aceh libero (Gam), in guerra dal 1976. Sei mesi dopo, le due parti, nemiche da trent'anni, firmano un accordo di pace.
Nel 2006 supervisiona per l'Onu i colloqui tra la Serbia e il Kosovo per lo status finale di questa provincia serba a maggioranza albanese. Nel marzo del 2007 consegna al Consiglio di Sicurezza una relazione finale in cui raccomanda l'indipendenza della provincia serba sotto supervisione internazionale. Un anno dopo il Kosovo proclamerà unilateralmente la sua indipendenza.

Una carriera lunga ed intensa coronata da uno dei riconoscimenti più ambiti e importanti a livello mondiale che ora, spiega Ahtisaari, offrirà «molte opportunità» tra cui quella di finanziare il Crisis Management Institue, l’istituto impegnato, sin dalla sua creazione da parte di Ahtisaari, nella mediazione di molti dei conflitti che ancora oggi insanguinano il pianeta.

G.R.