27 agosto 2025
Aggiornato 21:30
Veltroni: «Gravissimo che il killer fosse ai domiciliari»

Un arresto per la strage di Castel Volturno

Si tratta di Alfonso Cesarano, 34 anni, il presunto killer arrestato dalla squadra mobile della Questura di Caserta

Si tratta di Alfonso Cesarano, 34 anni, il presunto killer arrestato dalla squadra mobile della Questura di Caserta per aver ucciso Antonio Celiento, il titolare di una sala giochi di Baia Verde e poi i sei immigrati di origine africana a Castel Volturno giovedì scorso. L'uomo dovrà rispondere di strage, omicidio volontario aggravato dalle modalità mafiose, porto e detenzione di armi da guerra. Cesarano è stato catturato in casa dei genitori a Baia Verde dove si trovava agli arresti domiciliari, la stessa località balneare dove è stato ucciso Antonio Celiento fratello di un affiliato al clan degli Schiavone. Secondo le prime indiscrezioni Cesarano sarebbe stato riconosciuto da alcuni immigrati. Tuttora è in corso un'operazione congiunta, di carabinieri e guardia di finanza che hanno organizzato una serie di posti di blocco e diverse perquisizioni.

L'uomo, ritenuto dagli inquirenti vicino al clan dei Casalesi, potrebbe far parte del gruppo capeggiato da Francesco Bidognetti detto `cicciotto `e mezzanotte', oppure operare per conto proprio per poter affermare il suo potere criminale nella zona domizia.

Sull’arresto del presunto killer interviene Marco Minniti, ministro degli Interni del Governo Ombra del PD che chiede al governo «perchè un killer della camorra è stato messo agli arresti domiciliari». Naturalmente l’esponente del PD ritiene « importante e positivo che sia stato identificato uno dei presunti killer di Castelvolturno e che altri sospettati siano stati individuati» ma «colpisce e sconcerta, tuttavia, la notizia secondo la quale il principale indiziato, oggi fermato, sarebbe stato agli arresti domiciliari». Infatti Minniti domanda al governo «per quali reati e per quali ragioni sono stati concessi gli arresti domiciliari, e come sia stato possibile che un detenuto che doveva essere tenuto costantemente sotto controllo, in particolare in quella realtà, abbia potuto partecipare alla strage di giovedì sera». Domande alle quali Minniti e il PD chiedono al governo di «rispondere tempestivamente ed esaurientemente».

Una gravità ribadita dal segretario del PD Walter Veltroni, che pur sottolineando «l'importante passo in avanti verso l'accertamento della verità da parte di
magistrati e forze dell'ordine», osserva che «è terribile però venire a sapere che uno dei possibili sicari di questa strage fosse agli arresti domiciliari per
gravi reati legati alla criminalità organizzata». Anche Veltroni infatti si domanda come sia «possibile che un affiliato ai clan più crudeli e sanguinari possa godere di un regime detentivo così leggero?»
Un dato che «deve imporre una riflessione, oltre che alla magistratura, anche al governo e al Parlamento perché episodi come questo non debbano mai ripetersi2.»

Intanto l'arrivo nel Casertano dei 400 uomini delle forze dell'ordine dovrebbe offrire supporto per il controllo del territorio e per la cattura degli ultimi, feroci, appartenenti al clan dei Casalesi. Oltre 60 di questi militari, infatti, dovrebbero dedicarsi unicamente alla cattura di alcuni dei latitanti più pericolosi d'Italia, tra cui Alessandro Cirillo, detto `'o sergente', Giuseppe Setola e Giuseppe Letizia, alias `'o zuoppo'. I tre, insieme a Michele Zagaria e Antonio Iovine, sono considerati tra i ricercati più eccellenti del Paese.

Il governo inoltre deciderà nel prossimo Consiglio dei ministri se inviare in Campania «fino a 1.000» militari per affiancare le forze dell'ordine nella lotta contro la camorra. La decisione spetta congiuntamente al ministro dell’Interno Roberto Maroni e al ministro della Difesa Ignazio La Russa che all’indomani della strage, si erano trovati in netto disaccordo sulla decisione di questo invio , poiché il ministro La Russa ricordava al collega degli interni che non c’erano risorse economiche per poterlo fare.

AdO