19 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Tutti illegittimi i contributi erogati dalla Regione ad un nutrito numero di associazioni “amiche”

25 milioni di euro versati dalla Regione Lazio dovranno essere restituiti

Il TAR del Lazio ritiene illegittima la legge regionale e chiede il giudizio della Corte Costituzionale

Nuova tegola del Tar del Lazio si abbatte sulla Regione Lazio. Come si ricorderà il Codacons aveva presentato ricorso al Tar in merito ai fondi erogati dall’amministrazione regionale in favore di un lunghissimo elenco di associazioni. Si contestava l’erogazione da parte della Regione Lazio di una serie di contributi, pari a circa 25 milioni di euro – relativi all’anno 2007 e per lo svolgimento di iniziative di carattere sociale, culturale e sportive - a decine di associazioni del Lazio, individuate, sospettava il Codacons, al di fuori del rispetto della legge 241/0 sulla trasparenza ed in assenza di appositi criteri, come deve sempre avvenire quando l’amministrazione pubblica eroga sovvenzioni sia a soggetti pubblici che privati.

Tra queste associazioni comparivano: Associazione culturale CAGA; Associazione «Sagra della bruschetta con il pane di Lariano»; Associazione culturale «La Ciociaria c'è»; Associazione culturale «Affabulazione»; Associazione culturale «Il Paperotto»; Associazione «Stazzo pazzo»; Associazione Dance Forever di Lorella Porzio Bodolo di Frosinone; Associazione di Licenza Poetica; Associazione «Bonum diffusium sui», ecc.

Il TAR ordinò allora una apposita istruttoria per appurare come fosse avvenuta l’erogazione di tali contributi, ed in particolare se fossero stati o meno rispettati i principi fissati dalle legge, chiedendo alla Regione Lazio di depositare i documenti atti a fornire i dovuti chiarimenti sui criteri seguiti nella scelta delle associazioni beneficiarie.

Ora la I sezione del Tar, (Pres. Patrizio Giulia, Rel. Pietro Morabito) dopo aver ricevuto la documentazione richiesta, ha duramente bacchettato l’amministrazione regionale, chiedendo alla Corte Costituzionale un giudizio in merito alla legittimità della legge regionale n.28 del 2006, che stanziava i fondi sopracitati. Scrivono i giudici nell’ordinanza:

«il Consiglio Regionale del Lazio, costituitosi in giudizio, ha confermato l’assenza di ogni programmazione e/o pianificazione nella concessione dei contributi, risalendo l’individuazione dei destinatari dei contributi ad una scelta tipicamente discrezionale dello stesso Consiglio. […]

Il Legislatore regionale ha dato vita ad una disciplina lesiva del principio di eguaglianza disponendo, a monte, di ripartire i contributi disponibili tra enti individuati in assenza di ogni procedura idonea ad assicurare la trasparenza dell’azione amministrativa regionale […]

ai fini dell’adozione di provvedimenti tesi a concedere sovvenzioni, contributi, sussidi, ecc. le amministrazioni devono attenersi ai criteri ed alle modalità stabilite ai sensi del citato art. 12 (
della legge 241/90, n.d.r.) […]  Con tale principio generale confligge la norma provvedimento della cui costituzionalità si dubita atteso che rappresenta un modo surrettizio per sottrarre pubblici denari alla procedura […]

Il Tar del Lazio ritenuta la rilevanza e la non manifesta infondatezza della prospettata questione di legittimità costituzionale, dispone la sospensione del giudizio introdotto con ricorso in epigrafe e deferisce alla Corte Costituzionale la definizione della costituzionalità dell’art. 17 della L. R. del Lazio n. 28 del 2006».

Questo significa – spiega il Presidente Codacons, Carlo Rienzi - che se la Corte Costituzionale riterrà illegittimo l’articolo della Legge Regionale che ha spartito i soldi della Regione tra numerose associazioni, i 25 milioni di euro erogati dovranno essere restituiti e nuovamente distribuiti, stavolta rispettando però la trasparenza imposta dalla legge. La Corte dei Conti, inoltre, dovrà chiamare i singoli funzionari che hanno votato la legge per rispondere dei conseguenti danni all’Erario.