25 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Consuntivo CNR 2007

CNR: la ricerca progredisce

L’Ente ha dimostrato di saper ottimizzare le risorse, operare in sinergia con partner esterni, attirare fondi privati ed europei e realizzare una notevole produzione scientifica. Obiettivi, come risulta dal Consuntivo 2007, raggiunti nonostante la scarsità di fondi e personale

La produzione scientifica del Consiglio Nazionale delle Ricerche è in aumento, come pure la sua capacità di attrarre risorse da privati e di affermarsi in campo internazionale. I dati emergono dalla Relazione del presidente, prof. Luciano Maiani, sul Consuntivo CNR 2007, recentemente presentato al Consiglio scientifico generale e al Consiglio di amministrazione. Una conferma di come l’Ente riesca a svolgere al meglio la sua missione istituzionale, grazie all’ottimizzazione delle risorse disponibili e all’intensificazione delle sinergie con partner esterni, pur se in una fase di completamento della riforma istituzionale e in una situazione certo non priva di criticità. In particolare, lo scarso numero di ricercatori che diminuisce la capacità italiana di attrarre fondi europei.

Performance - L’analisi del Consuntivo 2007 evidenzia la performance di ricercatori e istituti soprattutto per quanto riguarda gli articoli ISI, cioè le pubblicazioni scientifiche con referee, passati dai 6.402 del 2006 ai 6.733 del 2007. In aumento anche la produzione di: articoli in atti di convegno (3.104 contro 2.908 del 2006), libri (1.390 contro 1.292), rapporti (1.609 contro 1.495), risultati progettuali (398 contro 344), abstract (3.914 contro 3.257), attività editoriali (263 contro 228).
Tale aumento di produttività scientifica è stato possibile grazie allo sforzo operato dall’Ente per destinare alla rete di ricerca le maggiori risorse possibili: 531,7 milioni di euro su 551,7 erogati all’Ente dal Ministero dell’Università e della Ricerca nel 2007 come Fondo di finanziamento ordinario (FFO). Specularmente, si è contenuto al massimo il costo amministrativo della struttura centrale, comunque incomprimibile sotto un certo livello, che si attesta a 70,2 milioni di euro: una percentuale del 7% circa, rimasta pressoché invariata dal 2005, in rapporto ai 1.004 milioni di euro reperiti e utilizzati.
Il budget complessivo del CNR, che per il 2007 si colloca appunto a 1.004 mln. di euro, viene raggiunto grazie ad un cospicuo reperimento di risorse esterne, che conferma la fiducia riposta nell’Ente dai partner pubblici e privati. Le entrate da terzi ammontano a quasi 300 milioni, cioè più di un quarto delle risorse complessive (306 milioni, considerando il fondo di rotazione e altre entrate), e sono ripartite tra: Ministeri (70 milioni di euro), Unione Europea e organismi internazionali (33 milioni di euro), Regioni ed Enti locali (34 milioni di euro), Enti pubblici e privati (23 milioni di euro) e vendita di prodotti e prestazioni di servizi (124 milioni di euro).
Interessante il confronto tra la situazione del CNR e degli altri enti di ricerca europei per quanto riguarda la percentuale di finanziamento dal FFO rispetto al budget totale: l’Ente italiano si attesta intorno al 51%, rispetto al 63% del CEA, al 73% del CNRS francese e all’82% del Max Planck, mentre fa eccezione il 33% del Fraunhofer, ente tedesco che però è deputato alla ricerca applicata e perciò maggiormente finanziato dalle industrie. Una conferma della capacità di attrazione del CNR.
Per quest’ultima voce, in particolare, è da segnalare un aumento del 5% rispetto ai 118 milioni di euro del 2006. «Si conferma dunque la sempre migliore capacità di interazione del CNR con i vari soggetti istituzionali e imprenditoriali», osserva il presidente Maiani, «e la sua affermazione come Ente capace di coprire la ricerca moderna, lungo tutto il fronte che va dalla ricerca fondamentale fino a quella applicata e al sostegno all’innovazione delle industrie».
Il CNR promuove attività di formazione e sviluppo per giovani studenti e ricercatori attraverso quasi 4.000 unità (al 31 dicembre 2006): tra queste, 1.478 laureandi, 712 borsisti e dottorandi, 1.068 assegnisti di ricerca e 654 contratti a tempo determinato. La capacità di fare rete con altre strutture di ricerca è sottolineata dai 2.414 collaboratori esterni che lavorano presso il CNR, provenienti soprattutto dal mondo universitario.
Guardando al contesto europeo, il CNR figura al quinto posto tra le organizzazioni destinatarie dei finanziamenti più cospicui nell’ambito del 6° Programma Quadro, il principale strumento di finanziamento dell’Unione alla ricerca. L’Ente ha coordinato 66 progetti per un totale di 143 milioni di euro, ponendosi dopo il CNRS, il Fraunhofer Institut, il CEA e il Max Planck. Se però si parametrano i fondi ottenuti rispetto al numero di ricercatori, la situazione cambia e il finanziamento pro-capite erogato dall’Ue all’Italia (16.773,15 euro) risulta essere maggiore rispetto a Regno Unito (12.411,19 euro), Germania (10.211,55 euro), Francia (9.725,94 euro), Spagna (7.658,16 euro).

Criticità - Il 2007 ha registrato anche alcune criticità da cui occorre partire per far sì che il CNR possa svolgere sempre più efficacemente il suo ruolo nel Paese.
Confrontando il contributo diretto erogato al CNR dallo Stato nel 2007, pari a 551,7 milioni di euro, con quello del 2006 (540,2 milioni di euro), si evince un incremento nominale del 2,08%, che in termini reali costituisce un mero recupero dell’inflazione. Si conferma pertanto il livello delle risorse direttamente destinate all’Ente, che è nettamente inferiore rispetto a quello del 1999, quando l’FFO era stato di 1.052 miliardi di lire (rapportato al valore attuale, circa 615 milioni di euro). La dotazione diretta non arriva nemmeno al livello delle spese indifferibili, che sono di 606 milioni di euro e che possono essere coperte solo grazie agli apporti esterni.
Sul fronte delle risorse umane disponibili, è continuata la tendenza alla diminuzione dai 7.595 dipendenti del 2001 ai 6.064 del 2007 (-20% circa). Occorre rilevare che per il CNR la spesa relativa al personale si attesta all’86% del FFO e, dato ancora più significativo, al 47% del budget complessivo. Esistono dunque i margini per una crescita, soprattutto di ricercatori, tecnologi e tecnici, che avvicini l’Ente agli standard degli altri paesi europei.
«E’ necessario portare a termine il processo di reclutamento iniziato negli scorsi anni», auspica Maiani, «possibilmente rimuovendo alcuni vincoli che, senza apportare risparmi significativi allo Stato, impediscono di fatto l’immissione nella ricerca di quei giovani validi - borsisti, assegnisti, contrattisti - che popolano i nostri Istituti e che sono indispensabili a dare slancio alle nostre ricerche».
«L’aumento del numero di ricercatori nel nostro Paese», continua il presidente del CNR, «è indispensabile, se non altro per sfruttare a pieno il potenziale dei Programmi Europei. Nel VI Programma Quadro, l’Italia ha avuto un ritorno di circa il 9%, rispetto ad un contributo alla Comunità Europea del 14%. I dati mostrano, d’altro canto, che le risorse pro-capite conquistate in Europa dai ricercatori italiani sono decisamente superiori a quelle della media europea ed indicano quindi che il problema è nella consistenza numerica dei ricercatori in Italia, ben al disotto della media europea, piuttosto che nella qualità. Per avvicinarci al giusto ritorno dei nostri investimenti in Europa e non finanziare le ricerche dei nostri partner, occorre dunque rilanciare il processo di reclutamento di ricercatori, tecnologi e tecnici e, allo stesso tempo, introdurre regole certe e basate sul merito per la progressione di carriera, promuovere i giovani e promuovere le uguali opportunità per la componente femminile della ricerca».

Nuove iniziative - Per finire, uno sguardo al 2008. In questa prima parte dell’anno sono partite iniziative in diverse direzioni.
Internazionalizzazione del CNR. E’ stato definito un processo di valutazione degli istituti del CNR, da completare entro il prossimo anno, basato per il 40% su valutatori europei. Sono stati promossi nuovi contatti con la European Science Foundation, completando con ricercatori italiani diverse Commissioni Scientifiche, un passo indispensabile per fare in modo che i programmi di questo importante ente finanziatore di ricerca di base siano congruenti alla realtà italiana. Nel 2009, il CNR ospiterà in Italia il G8 dei Consigli Nazionali delle Ricerche, in concomitanza con il G8 dei Governi.
Reclutamento e avanzamenti di carriera. Sono in fase di espletamento concorsi per 118 posti di ricercatore. Sono state approvate dal CdA le aree disciplinari su cui basare i concorsi di avanzamento di ricercatori e tecnologi che programmiamo di tenere a intervalli regolari, con criteri basati sul merito, per dare giuste possibilità di carriera al nostro personale.
Trasferimento tecnologico. Nodo centrale è il sostegno ai ricercatori per il trasferimento di conoscenze e di tecnologie e per la valorizzazione dei risultati prodotti: lavoriamo per creare una mentalità diversa, basata su un clima di fiducia e di condivisione della strategia e degli obiettivi, per rendere la rete del CNR, estesa su tutto il territorio nazionale, sempre più utile al Paese.
Siamo partiti riscrivendo le regole per la creazione di nuove imprese spin-off (26 quelle avviate fino ad oggi), adesso più semplici, flessibili e adattabili. Attraverso l’acquisizione della società Rete Ventures, ora posseduta al 90% dal CNR, e quindi della sua controllata Quantica SGR - il primo venture capital nato nella ricerca italiana - disponiamo degli strumenti per accompagnare i neo-imprenditori nella fase di start-up e di risorse finanziarie, per far crescere le nuove imprese e metterle in condizione di camminare da sole.
Broker della ricerca del CNR, queste imprese devono produrre, nel tempo, ritorni economici sia per l’Ente - che potrà reinvestirle in nuova ricerca e sviluppo - sia per gli stessi ricercatori. Speriamo di dimostrare che il mestiere del ricercatore non è solo una missione, ma che può essere anche remunerativo e quindi competitivo sul mercato del lavoro.
In autunno affronteremo il nodo dei brevetti, sul quale proporremo al Governo di intervenire per adeguare la normativa agli standard internazionali, e subito dopo avvieremo una forte azione di marketing per mettere a disposizione le conoscenze, le competenze e i risultati del CNR a sostegno dello sviluppo non solo economico, ma anche sociale e culturale del Paese.
Un CNR aperto, quindi, che vogliamo diventi un riferimento stabile per i partner internazionali, per le imprese e gli enti di servizio, per il sistema educativo, ma anche per il singolo cittadino che voglia «saperne di più».
Amministrazione al servizio della Ricerca. Obiettivo dei prossimi mesi: la riorganizzazione dell’amministrazione del CNR. Richiesta dai recenti provvedimenti governativi, questa deve essere l’occasione per mettere a punto un efficace strumento di sostegno della rete scientifica dell’Ente, che le permetta di fare fronte con efficienza e flessibilità alle sfide dei prossimi anni e di attrarre investimenti in ricerca da parte di governo e imprese.
Lo scenario in cui si muove oggi il CNR è quello di un rilancio degli investimenti in ricerca da parte di governo e imprese. È facile prevedere che gli investimenti saranno in gran parte nella forma di programmi di ricerca orientati allo sviluppo, da catturare sul mercato della ricerca: Mezzogiorno, fondi strutturali e simili.
In questo quadro, è necessario battersi per ottenere un aumento del fondo ordinario, per dare spazio alla ricerca fondamentale e quindi all’accumulazione delle conoscenze di base su cui fondare lo sviluppo del futuro, particolarmente nei settori che hanno per loro natura maggiori difficoltà a reperire risorse nel mercato. I cambiamenti organizzativi che stiamo cercando di implementare sono essenziali per competere efficacemente con gli altri attori della ricerca, università ed altri enti, che anch’essi stanno dando forti segnali di volersi adeguare agli standard europei ed internazionali.