Indagine Almalaurea: confronto tra i laureati pre-riforma e quelli del “3+2”
Verona ottiene risultati superiori alla media italiana
Studenti che raggiungono la laurea a 24 anni e che sono soddisfatti del proprio percorso di studi. È quanto emerge dal decimo profilo dei laureati italiani curato da Almalaurea, il consorzio di atenei italiani con il sostegno del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, che si pone come punto di incontro fra laureati, università e aziende. L’indagine ha coinvolto 3337 studenti usciti dall’ateneo scaligero nel 2007, di cui 410 laureati prima della riforma.
Dall’indagine risulta che l’86% dei laureati dell’Università di Verona si dichiara complessivamente soddisfatto del corso di studi (il 28% lo è «decisamente»). Aumenta la regolarità negli studi, che per i laureati di Verona è più elevata della media nazionale: il 47% conquista il titolo in corso (con un 31% che si laurea al primo anno fuori corso) contro il 44,7% del complesso dei laureati. Nel passaggio dai laureati pre-riforma ai laureati triennali aumenta la quota di chi ha svolto tirocini e stage riconosciuti dal corso di studi. I laureati dell’Università di Verona di primo livello coinvolti in tali esperienze sono il 71% (la media nazionale è del 61%).
«I dati di Alma Laurea sono il frutto di una rilevazione statistica il cui significato non è istantaneo né assoluto, va letto in rapporto alle dimensioni del campione ed alle tendenze che se ne colgono» spiega il Rettore Alessandro Mazzucco. «Oggi la presenza dell’Università di Verona è consolidata ed è rappresentata da un campione sufficientemente ampio per trarre qualche valutazione. In particolar modo si apprezza una chiara progressione della regolarità degli studi, con una diminuzione dei laureati fuori corso. Questo dato, coniugato con il giudizio ampiamente positivo fornito dai laureati veronesi nei confronti dei corsi frequentati, esprime un apprezzamento consapevole delle attività formative erogate ed una soddisfazione per la propria scelta. Attendiamo i dati degli anni a venire, nel corso dei quali vi sarà la possibilità di verificare i risultati dei provvedimenti attuati dal presente anno di corso in attuazione della legge 270, che conferiscono elementi di consistente miglioramento qualitativo ai nuovi corsi di laurea».
L’indagine di Almalaurea ha coinvolto quasi 185mila laureati nel 2007 di 46 Atenei tra i 51 aderenti al Consorzio, tra cui Verona, AlmaLaurea commenta i risultati delle rilevazioni per i singoli Atenei. «Revisioni, modifiche in corso d’opera, aggiornamenti e correzioni di rotta proseguono alacremente nel cantiere sempre aperto delle riforme universitarie – commenta il direttore di AlmaLaurea Andrea Cammelli - In questi anni, aggiustamenti e migliorie non sono mancati, assieme a qualche ripensamento e ad alcuni ritorni al passato. Questo Profilo si fonda sulla convinzione che sebbene i numeri non dicano tutto, i dati empirici costituiscano la base indispensabile per ogni accertamento, anche a livello locale».
Per capire cosa è cambiato occorre operare il confronto tra i laureati pre-riforma del 2001 e quelli usciti nel 2007 dall’università riformata.
Lo stato di avanzamento della riforma emerge con chiarezza dall’analisi dei laureati che ne sono il frutto, quelli «puri», che hanno cioè cominciato e terminato gli studi nell’università riformata.
CORSI TRIENNALI: I LAUREATI DI PRIMO LIVELLO A VERONA
L’analisi prende in considerazione solo i laureati a livello nazionale e dell’Ateneo di Verona che hanno cominciato e terminato gli studi nell’Università riformata.
Età alla laurea, fuori corso e frequenza alle lezioni
Il traguardo della laurea è raggiunto in media a 24,7 anni, come accade ai laureati triennali a livello nazionale (24,5 anni). La Riforma, per effetto della riduzione della durata legale del percorso di studi, ha contribuito ad abbassare l’età media alla laurea, ben lontana dai 28 anni dei laureati italiani pre-riforma nel 2001.
Aumenta la regolarità negli studi, che per i laureati di Verona è più elevata della media nazionale: il 47% conquista il titolo in corso (con un 31% che si laurea al primo anno fuori corso) contro il 44,7% del complesso dei laureati. Nel passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento, gli effetti positivi sulla regolarità negli studi sono comunque evidenti: i laureati italianii in corso nel 2001 erano appena il 9,5%.
La riforma universitaria ha portato anche ad un aumento dei laureati che frequentano regolarmente le lezioni: il 71% dei laureati triennali ha frequentato oltre i tre quarti degli insegnamenti previsti (la media nazionale è del 70%).
Stage, tirocini ed esperienze di studi all’estero
Nel passaggio dai laureati pre-riforma ai laureati di primo livello aumenta in modo consistente la quota di chi ha svolto tirocini e stage riconosciuti dal corso di studi. I laureati dell’Università di Verona di primo livello coinvolti in tali esperienze sono il 71% (la media nazionale è del 61%).
Un aspetto importante della formazione universitaria, che viene penalizzato nel passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento, è rappresentato dalle esperienze di studio all’estero. Il fenomeno, dovuto non solo alla riduzione della durata del percorso di studi, si riscontra nel complesso dei laureati AlmaLaurea e trova conferma, sostanzialmente con analoghi valori, anche nei laureati dell’Università di Verona. L’esperienza di studio all’estero coinvolge 13 laureati di primo livello (8 con programma Ue). La media nazionale è dell’11%.
Il giudizio dei laureati sull’esperienza universitaria
L’86% dei laureati dell’Università di Verona si dichiara complessivamente soddisfatto del corso di studi (il 28% lo è «decisamente»). Un valore in linea con la media nazionale.
Alla domanda se si iscriverebbero di nuovo all’Università risponde «sì», ed allo stesso corso dell’Ateneo, il 62% dei laureati (la media nazionale è del 68,5%). Una percentuale che aumenta considerando anche i laureati che si riscriverebbero all’Università di Verona, ma cambiando corso (11%).
Le intenzioni dopo la laurea
E dopo la laurea? 61 laureati su cento intendono proseguire gli studi, molto meno della media nazionale dell’80,5%: una tendenza dovuta sia alla maggiore dinamicità del mercato del lavoro locale sia al peso dei laureati nelle professioni sanitarie, che rappresentano circa un quarto dei «puri» (in questo collettivo chi intende proseguire gli studi è il 44%).
La gran parte dei laureati 2007 che ha espresso queste aspirazioni formative punta ad una laurea specialistica: il 43%.
IL +2: I LAUREATI DEI CORSI SPECIALISTICI A VERONA
Per la prima volta, vista la loro consistenza numerica, è possibile descrivere anche le caratteristiche dei laureati specialistici tenendo conto, però, che si tratta dei primi, dunque i migliori. Anche in questo caso l’analisi riguarda solo coloro che si sono iscritti e hanno terminato gli studi nei nuovi corsi riformati.
Il traguardo della conclusione degli studi specialistici è raggiunto in media a 26,3 anni (è di 26 anni nel complesso dei laureati). Chi arriva agli studi specialistici proviene da famiglie più avvantaggiate culturalmente: il 24% ha almeno un genitore laureato, contro il 16% dei laureati veronesi triennali. La percentuale dei laureati in corso è elevata, come era da attendersi, essendo i primi, quelli «più veloci»: 62%, poco meno della media nazionale (69%). Il 36% si laurea al primo anno fuori corso. L’81% ha frequentato almeno i tre quarti delle lezioni. Durante il biennio specialistico, il 59% ha svolto tirocini o stage, più della media nazionale del 56%. Il 18% ha studiato all’estero (l’11% con Erasmus).
La soddisfazione rispetto al corso di studi è espressa da 87 laureati su cento, in linea con la media nazionale (90%). Un giudizio positivo che trova conferma in chi ripeterebbe lo stesso corso nello stesso Ateneo: il 71%.
E dopo la laurea specialistica? Il 31% intende proseguire la formazione (la media nazionale è del 43%): il 10% con un dottorato di ricerca. Un dato che non sorprende, visto che stiamo parlando, come ricordato, dei primi laureati specialistici, i migliori, quelli che maggiormente aspirano a carriere accademiche, nel mondo delle professioni o di più elevata formazione prima di guardare al mercato del lavoro.
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